Comitato di Liberazione Nazionale: differenze tra le versioni

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== Storia ==
[[File:Dettaglio della fontana C.L.N. "Legnano, ai suoi figli caduti per la libertà" in Largo Franco Tosi, Legnano.JPG|thumb|Dettaglio della fontana del Comitato di Liberazione Nazionale posta in memoria dei Legnanesi che combatterono e morirono per la liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo. La dedica recita: "Legnano, ai suoi figli caduti per la libertà". Questo monumento è collocato in Largo [[Franco Tosi]] a [[Legnano]].]]
Era una formazione interpartitica formata da movimenti di diversa estrazione culturale e ideologica, composta da rappresentanti del [[Partito Comunista Italiano]] (PCI), [[Democrazia Cristiana]] (DC), [[Partito d'Azione]] (PdA), [[Partito Liberale Italiano]] (PLI), [[Partito Socialista Italiano#La rinascita: tra la Resistenza e la Repubblica|Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria]] (PSIUP) e [[Partito Democratico del Lavoro (Italia)|Democrazia del Lavoro]] (DL). Nel gruppo dei sei partiti esisteva una frattura tra i tre partiti di sinistra (PCI, PSIUP e PdA) e i tre partiti di destra (DC, PLI e DL)<ref>Tale frattura fu ricordata da [[Vittorio Foa]] in occasione del trentesimo [[anniversario della liberazione d'Italia]] (25 aprile 1975): «attraverso la democrazia cristiana, come attraverso il partito liberale di [[Benedetto Croce]], la borghesia si fece antifascista per assicurare la continuità del vecchio Stato. Per questo non è decente celebrare con democristiani e liberali il trentennale della liberazione, dimenticando che durante la resistenza e dopo la resistenza fra destra e sinistra della resistenza vi fu una lotta a coltello». Cfr. Vittorio Foa, intervento su ''[[il manifesto]]'', 25 aprile 1975, cit. in [[Ernesto Galli della Loggia]], ''La perpetuazione del fascismo e della sua minaccia come elemento strutturale della lotta politica nell'Italia repubblicana'', in ''Due nazioni. Legittimazione e delegittimazione nella storia dell'Italia contemporanea'', a cura di Loreto Di Nucci ed Ernesto Galli della Loggia, Bologna, Il Mulino, 2003, pp. 227-262: 252 n.</ref>, con i primi che erano associati più strettamente tra loro attraverso vari patti e accordi: comunisti e socialisti erano legati da un "[[patto di unità d'azione]]", per poi formare insieme agli azionisti una "giunta tripartita", in modo da concordare una posizione unitaria da tenere innanzi agli altri partiti<ref>Secondo quanto scritto dal dirigente comunista [[Giorgio Amendola]], il democristiano [[Alcide De Gasperi]] era contrariato da tale situazione, cosicché in una delle riunioni con i comunisti precedenti all'8 settembre 1943:
 
{{citazione|Ci accusò, noi comunisti, di praticare la tattica chiamata delle scatole giapponesi <nowiki>[</nowiki>[[scatole cinesi]], ndr]. Prima fate un patto di unità coi socialisti, poi fate un comitato allargato agli azionisti dove voi comunisti e socialisti vi presentate già uniti, infine, dopo avere realizzato un accordo tra di voi, comunisti, socialisti e azionisti, vi presentate uniti alle riunioni con gli altri partiti antifascisti, costituendovi in una sinistra unita e ricacciando arbitrariamente a destra gli altri partiti, compresa la DC, che non può accettare di essere classificata come partito di destra.}}