Honda CB 750 Four: differenze tra le versioni

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==Il contesto==
Quando venne presentata, al salone di [[Tokyo]] del [[1968]], presentava un [[motore]] a [[motore a quattro tempi|4 tempi]] e 4 [[motore in linea|cilindri in linea]] da 736 [[centimetro cubo|cm³]] dotato di [[distribuzione (meccanica)|distribuzione]] in testa a catena, era dotata di avviamento elettrico, cambio a 5 rapporti e alimentazione con 4 carburatori Keihin da 28 mm, per una potenza massima di 69 CV a 8.000 giri, che consentiva alla CB di raggiungere i 200 km/h e percorrere i 400 metri da fermo in 13,5 secondi, con velocità d’uscita di oltre 160 orari. La ciclistica vantava un disco anteriore da 290 mm e un tamburo posteriore da 178 mm, cerchi da 19 e 18 pollici con pneumatici 3.25-19 e 4.00-18.

Infine il peso dichiarato era di 239 kg e il serbatoio aveva una capienza di 17 litri un panorama in cui la maggior parte dei modelli di larga produzione presentavano le [[Valvola a fungo|valvole]] in testa, ma avevano ancora la distribuzione ad aste e bilancieri. Nel panorama delle [[maximoto]] del tempo era l'unica che presentava quel tipo di caratteristiche; le concorrenti più accreditate presentavano dei frazionamenti del motore diversi, le [[Moto Guzzi V7 Sport]], [[Laverda SF]], [[Ducati 750 GT]], [[Norton Commando]] e [[BMW /5|BMW R75/5]] presentavano motori a 4 tempi ma bicilindrici, le [[Kawasaki 750 H2]] e [[Suzuki GT 750]] presentavano invece propulsori [[motore a due tempi|a 2 tempi]]<ref>[http://www.motociclismo.it/edisport/moto/MotoCiclismoR2.nsf/gd/Maxi-anni--70-a-Monza-4-Le-prestazioni#foto Tabella comparativa su motociclismo.it]</ref>.
 
Non si può dire comunque che questa soluzione tecnica fosse stata né ideata dai tecnici del Sol Levante (la [[Belgio|belga]] [[Fabrique Nationale de Herstal|FN]] costruiva moto a 4 cilindri già negli [[anni 1910|anni dieci]]), né sviluppata dagli stessi ([[MV Agusta]], [[Benelli]], [[Ducati]] e [[Gilera]] partecipavano alle competizioni motociclistiche con modelli quadricilindrici e la [[Moto Guzzi]] aveva realizzato anche [[Moto Guzzi 8 cilindri|una V8 da corsa]] già nel [[1957]]). Il merito dei giapponesi fu di industrializzare l'idea: cioè di progettare un sistema di costi e di catene produttive che ne consentisse la realizzazione in serie. Inoltre i tecnici della Honda erano riusciti a risolvere in serie, senza costi stratosferici, tutti i problemi legati a un progetto di tale complessità: accoppiamenti e tolleranze di estrema precisione, scelta di materiali di alta qualità, finanche i problemi legati alla manutenzione e all'assistenza tecnica sul territorio.