Monarchia: differenze tra le versioni
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La monarchia affonda le sue radici nella remota antichità in stretta connessione con la coscienza religiosa dei vari popoli. Tra il [[III millennio a.C.]] e il [[I millennio a.C.]] in [[Egitto]], in [[Assiria]] e a [[Babilonia]] si realizzò un progetto di divinizzazione del monarca, passando attraverso stadi intermedi: prima re-sacerdote, poi ministro di dio, infine emanazione di dio o dio stesso. Presso gli ebrei l'avvento della monarchia coincise con l'unificazione del territorio; il monoteismo di questo popolo sbarrò la strada alla divinizzazione del monarca, che si dispiegò invece in [[Persia]]. In [[Grecia]] la forma monarchica già presente a [[Micene]] venne soppiantata per lungo tempo dalla struttura oligarchica o democratica delle città-stato, per tornare vitale con l'impero macedone di Filippo e [[Alessandro Magno]]. Secondo il principio aristotelico, la monarchia è una delle tre forme sane di governo, assieme ad [[aristocrazia]] e [[politeia]], mentre la sua forma degenerata è la [[tirannide]].
A [[Roma]] la monarchia fu la prima forma di governo (VII-VI a.C.), ma ebbe come contrappeso il [[Senato]] e i comizi popolari: questa situazione preparò il passaggio alla repubblica e continuò anche nella prima fase dell'impero, almeno fino a [[Vespasiano]] (70-79 d.C.) che formalizzò la successione ereditaria, dove l'[[Imperatore]] veniva formalmente investito del potere dal Senato dal popolo. Il [[principato (storia romana)|principato]] e l'impero a Roma ebbero la forma di monarchia sia ereditaria sia elettiva, in quanto l'imperatore era o un erede del ''princeps'' defunto oppure era scelto per acclamazione da parte gli eserciti nelle province oppure per elezione da senato o ordine pretoriano tra gli eredi o infine tra chi ritenevano più opportuno: non solo chi fosse il migliore a ricoprire quel ruolo, ma soprattutto chi meglio potesse soddisfare gli interessi della parte elettrice.
=== La monarchia germanica e feudale ===
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Quando, a partire dalla fine dell'[[XI secolo]], l'omogenea struttura feudale cominciò a trasformarsi in un complesso più articolato, la monarchia venne a porsi come indispensabile strumento di mediazione tra le varie forze in campo (nobiltà e borghesia, centri cittadini e campagna feudale). Dove le forze centrifughe non prevalsero si diffuse una monarchia dalle nuove caratteristiche ([[Spagna]], [[Francia]], [[Regno Unito]], etc.), centro di un'estesa burocrazia, motore di una capillare rete finanziaria, organizzatrice di un forte esercito stanziale. Tale forma di governo centralizzata fu detta "monarchia assoluta", e in essa il Re rivestì non più il ruolo di arbitro, posto in posizione di superiorità rispetto ai diversi gruppi sociali, ma quello di fonte del diritto.
Secondo [[Jean Bodin]] il sovrano assoluto si riveste di una sovranità che
Negli ultimi secoli il termine monarchia viene anche impiegato, spesso nell'espressione [[monarchia costituzionale]], per indicare forme di governo in cui esiste un sovrano, ma il suo potere è più o meno limitato dalla presenza di [[parlamento|parlamenti]], secondo forme che sarebbero più propriamente aristocratiche o democratiche.
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