Arlecchino: differenze tra le versioni

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→‎Le origini di Arlecchino: Etimologia: studi recenti
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L'origine del personaggio è invece molto più antica, legata com'è alla ritualità agricola: si sa per certo, infatti, che Arlecchino è anche il nome di un demone ''ctonio'', cioè ''sotterraneo''. Già nel XII secolo, Orderico Vitale nella sua ''storia Ecclesiastica'' racconta dell'apparizione di una ''familia Herlechini'', un corteo di anime morte guidato da questo demone/gigante. E allo ''charivari'' sarà associata la figura di ''Hellequin''. Un demone ancora più noto con un nome che ricorda da vicino quello di Arlecchino è stato l'''[[Alichino]]'' [[dante Alighieri|dantesco]] che appare nell'[[Inferno (Dante)|Inferno]] come membro dei [[Malebranche]], un gruppo di diavoli incaricati di ghermire i dannati della bolgia dei barattieri che escono dalla [[pece]] bollente. La maschera seicentesca evoca il ghigno nero del demonio presentando sul lato destro della fronte l'accenno di un corno.
 
Quanto alla radice del nome, è di origine [[lingua tedesca|germanica]]: Hölle König (''re dell'inferno''), traslato in Helleking, poi in Harlequin, con chiara derivazione infernale. Questa interpretazione "infernale" del nome è di chiara matrice cristiana. In epoca pagana era credenza condivisa in tutto il centro e nord Europa che nel periodo "oscuro" (invernale) dell'anno e in occasione di feste particolari una schiera composta di spiriti dei morti corresse per il cielo e sulla terra, con a capo una divinità a seconda del pantheon del luogo. Questa [[Caccia Selvaggia]] pagana è divenuta poi la schiera dei morti inquieti (i "dannati") sotto il cristianesimo. I nomi sono numerosi per designare questa cavalcata spaventosa. Il francese Hellequin viene forse dal danese ''erlkonig''. Inizialmente, le Hellequins - o Herlequins - erano le donne che cavalcavano con la dea della morte [[Hel (divinità)|Hel]], durante le cacce notturne. Ma passando nella cultura francese, Hel divenne un uomo, il re Herla o Herlequin (dall'antico inglese Herla Cyning poi [[erlking]], tedesco [[Erlkönig (personaggio)|Erlkönig]], danese ''erlkonig'', ''allerkonge'', ''elverkonge'', cioè, letteralmente, il "re degli elfi" ). Secondo studi più recenti, questo etimo "vulgato" deriva da un'interpretazione medievale, mentre in realtà il nome discende da un termine ''*harjaleika-'' , sempre riferito alla schiera dei morti, ma senza riferimenti alla nozione di "re"<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Marcello Meli|titolo=L’Arlecchino boreale|rivista=«L’immagine riflessa»|volume=IX (2000), pp. 75-107: 80-82.|numero=n.s.|pp=pp. 75-107: 80-82.}}</ref>.
I nomi sono numerosi per designare questa cavalcata spaventosa. Il francese Hellequin viene forse dal danese ''erlkonig''. Inizialmente, le Hellequins - o Herlequins - erano le donne che cavalcavano con la dea della morte [[Hel (divinità)|Hel]], durante le cacce notturne. Ma passando nella cultura francese, Hel divenne un uomo, il re Herla o Herlequin (dall'antico inglese Herla Cyning poi [[erlking]], tedesco [[Erlkönig (personaggio)|Erlkönig]], danese ''erlkonig'', ''allerkonge'', ''elverkonge'', cioè, letteralmente, il "re degli elfi" ).
Hellequin - o Hellkin, Hennequin, Hannequin, Herlequin, Arlequin,
 
Ma il particolare che accomuna tutti gli Zanni della Commedia dell'Arte è lo spirito villanesco, piuttosto arguto (come il seicentesco [[Bertoldo (personaggio)|Bertoldo]] di [[Giulio Cesare Croce]]), ma più spesso sciocco, ovvero quello del povero diavolo, come nei servi delle commedie sin dall'epoca di [[Plauto]], attraverso le commedie erudite del Quattro-Cinquecento, sino alle [[commedia alla villanesca|commedie alla villanesca]] di [[Angelo Beolco]], che attorno al primo Cinquecento metterà in scena le sventure del contadino [[Ruzante]]. Altre fonti individuano nel comico ed autore teatrale romano [[Flaminio Scala]] il primo estensore in scene di teatro delle rappresentazioni arlecchinesche nell'ambito della Commedia dell'Arte<ref>[[Ferruccio Marotti]], ''Il Teatro delle Favole Rappresentative” di Flaminio Scala'', Il polifilo, 1976.</ref>.