Seconda battaglia di El Alamein: differenze tra le versioni

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/* L'operazione Superc
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[[File:M13-40 AS1942.jpg|thumb|Un [[M13/40]] in Africa Settentrionale nel 1942]]
 
Al 3 novembre, Rommel era rimasto con soli trentacinque carri armati operativi; la pressione sulle sue truppe rese necessaria la ritirata. Lo stesso giorno il feldmaresciallo ricevette da [[Adolf Hitler]] un ordine di "vittoria o morte" che fermò la ritirata. Rommel, di fronte all'ordine di Hitler di resistere a ogni costo, dichiarò che «Se restiamo ancorati qui, l'armata non durerà tre giorni. Ma io ho il diritto come comandante in capo, anzi come soldato, di disobbedire agli ordini?» e poi «Il Führer è pazzo!»<ref name= PistaVolpe247 >{{cita|Irving 1978|p. 247}}.</ref>. Mandò allora a Berlino il tenente [[Alfred Berndt]], un egittologo che lavorava per il [[Reichsministerium für Volksaufklärung und Propaganda|Ministero della Propaganda]] ed era inserito nel Quartier generale della Panzerarmee, in una grotta naturale a [[Marsa Matruh]], dove redigeva tra l'altro il diario del feldmaresciallo, per tentare di convincere il Führer a ordinare la ritirata. Il fronte si stava sfaldando: il X e il XX Corpo italiani stavano cedendo di fronte alla pressione alleata; anche Kesselring consigliò il ripiegamento suggerendo di «considerare il messaggio di Hitler come un appello anziché un ordine preciso»<ref name= PistaVolpe247 />.
 
Nella notte tra il 3 e il 4 novembre, venne costituita una nuova linea difensiva dalle truppe dell'Asse, con l'Afrikakorps e la 90ª Leggera attestate a semicerchio da Tell el-Mampsra a 16&nbsp;km a sud della ferrovia che correva lungo la costa. A questo schieramento si incernierava a sud il XX Corpo italiano con l'"Ariete", la "Littorio" e quello che restava della divisione "Trieste". Ancora più a sud, la brigata Ramcke e il X Corpo italiano, con la "Pavia" e la "Folgore"<ref name= Krieg209210 >{{cita|Krieg 1969|pp. 209-210}}.</ref>.