Gaspare Colosimo: differenze tra le versioni

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Convertitosi alla [[monarchia]], seguì dapprima le orme del [[Gennaro Sambiase Sanseverino|Duca di San Donato]]. Eletto al [[Parlamento del Regno d'Italia|Parlamento]] la prima volta il 6 novembre [[1892]] ([[XVIII legislatura del Regno d'Italia|XVIII legislatura]]) nel collegio di [[Serrastretta]], fu [[deputato]] per nove [[Legislature del Regno d'Italia|legislature]] rappresentando sempre i collegi elettorali [[Calabria|calabresi]]. Ricoprì spesso cariche governative: fu anche [[sottosegretario di Stato]] all'[[agricoltura]], alla [[giustizia]], alle [[colonialismo|colonie]], nonché ministro delle [[poste italiane|poste]] e [[telegrafo|telegrafi]] (con [[Giovanni Giolitti|Giolitti]]), poi ministro delle colonie (con [[Paolo Boselli|Boselli]], [[1916]]-[[1919]]), vicepresidente del [[consiglio dei ministri]] nel ministero [[Vittorio Emanuele Orlando|Orlando]] nel [[1919]] e, ''[[ad interim]]'', ministro dell'interno e [[presidenza del Consiglio|presidente del Consiglio dei ministri]] (durante la permanenza di [[Vittorio Emanuele Orlando|Orlando]] a Parigi, impegnato nelle trattative di pace). Si ritirò a vita privata nel [[1924]] e poco dopo, il 18 agosto [[1924]], fu nominato [[Senatori della XXVII legislatura del Regno d'Italia|senatore del Regno]].
 
Morì nel [[1944]] a Napoli nell'[[Istituto Paolo Colosimo|Istituto per ciechi "''Paolo Colosimo''"]] da lui stesso fondato e intitolato al figlio Paolo immaturamenteprematuramente scomparso. A Napoli è stato intitolato un largo nel Rione Materdei.
 
== Scritti ==