Rabindranath Tagore: differenze tra le versioni
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==Il pensiero di Tagore==
Partendo dalla contemplazione della Natura, Tagore giunge ad una concezione monistica, al credo nell'Assoluto, l'Uno onnivadente che si trova nell'immensità dei cieli, nella varietà della natura, nella profondità della coscienza, come espresso anche dai testi filosofico-religiosi [[Upanishad]]. La visione cosmica di Tagore si configura nell'oscillazione tipicamente indiana fra [[panteismo]] e [[teismo]],
Per il poeta ogni creatura vale in quanto è tale, senza le inique distinzioni di casta o di classe
Il nonno di Tagore, principe Dvarkanath, aveva fondato nel [[1828]] insieme con Rammohan Roy il ''Brahmo samaj'', "la congregazione di Dio", il movimento teistico, ispirato da idee cristiane e islamiche, del quale il padre del poeta fu uno dei capi. E Tagore risentì dell'influsso di questa corrente di pensiero.
Il poeta fu molto attento anche agli umili e ai derelitti, nei quali vedeva la presenza di Dio: "dove sta il più disprezzabile di tutti, / il più povero dei poveri / Tu regni" (''Gitanjali'' 107).<ref>Introduzione di Carlo Della Casa, Rabindranath Tagore, ''Ghitangioli'', Guanda editore, Parma, 1964.</ref>
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