Claudio Martelli: differenze tra le versioni

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=== Ministro di grazia e giustizia ===
Nel [[1991]] diviene anche [[Ministri di grazia e giustizia della Repubblica Italiana|Ministro di grazia e giustizia]]. Come Guardasigilli Martelli diventa il principale sostenitore del magistrato [[Giovanni Falcone]], che viene da lui chiamato al Ministero a dirigere la Direzione Generale degli Affari Penali. In quel periodo Martelli e [[Giovanni Falcone|Falcone]] lavorarono al progetto della Superprocura antimafia. La vicinanza di [[Giovanni Falcone]] a Claudio Martelli costò al magistrato siciliano violenti attacchi da parte del [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]] e del sindaco di Palermo [[Leoluca Orlando]]: quest'ultimo sferrò un attacco personale a Falcone durante il programma televisivo "Samarcanda", accusandolo di "tenere nei cassetti i dossier". In merito Martelli dichiarerà: “È lo stesso Falcone a dare una spiegazione a quella insinuazione atroce rivolta verso il giudice che debellò la cupola mafiosa”. Secondo Martelli, Falcone non aveva una gran voglia di affrontare quell'argomento durante l’audizione al [[CSM]], poi, dopo l’insistenza dei componenti: “lo dice chiaro e tondo: "Forse il sindaco di Palermo non ha sopportato che io indagassi su grandi appalti che riguardano l’illuminazione e le fognature di una grande città, perché ci sono appalti e appalti: i piccoli e quelli miliardari. E io indagando su quelli miliardari, nel caso di Palermo ho scoperto che con Orlando sindaco, [[Vito Ciancimino|Ciancimino]] era tornato a imperare"”. Martelli ricorda poi il contesto nel quale collocare quegli eventi: “Eravamo nel 1991, e si voleva considerare Ciancimino fuori dai giochi, ma non era così. Questa era la cosa che fece impazzire di rabbia Orlando. L’accusa rivolta a Falcone sarebbe una ritorsione polemica”<ref>[http://livesicilia.it/2017/06/06/martelli-falcone-orlando-mafia-di-matteo_860734 “Perché Orlando attaccò Falcone? Con lui, Ciancimino imperava”, Live Sicilia, Martedì 06 Giugno 2017.]</ref>. La nomina di Falcone all'UAP fu peraltro valutata negativamente dall'[[Associazione Nazionale Magistrati]].
 
A seguito della [[strage di Capaci]] del 23 maggio [[1992]], dove persero la vita Falcone, la moglie e gli uomini della sua scorta, fu introdotto dal decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306 (cosiddetto ''Decreto antimafia Martelli-Scotti''), convertito nella legge 7 agosto 1992, n. 356, il regime di [[Articolo 41 bis|carcere duro]] ed un secondo comma all'articolo, che consentiva al Ministro della Giustizia di sospendere per gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica le regole di trattamento e gli istituti dell'ordinamento penitenziario nei confronti dei detenuti facenti parti dell'organizzazione criminale mafiosa.