Violeta Barrios de Chamorro: differenze tra le versioni
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Presidente del [[Nicaragua]] dal 25 aprile [[1990]] al 10 gennaio [[1997]], fu la prima donna a essere eletta Presidente in America Latina, anche se c' erano già state donne presidenti, però diventate tali dopo l'
Sposò nel [[1950]] [[Pedro Joaquín Chamorro Cardenal]], proprietario del quotidiano "La Prensa", il principale organo conservatore di opposizione al regime dittatoriale di [[Anastasio Somoza]] (e più tardi dei figli di lui, [[Luis Somoza Debayle|Luis]] e [[Anastasio Somoza Debayle]]). Più volte incarcerato, nel [[1957]] Pedro J. Chamorro fu costretto all'esilio. Rientrato in Nicaragua nel [[1960]], venne assassinato nel [[1978]]. Violeta assunse quindi la direzione del giornale, proseguendone la linea di opposizione a Somoza e contribuendo al successo della rivoluzione guidata dal [[Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale]] ([[1979]]). Eletta tra i cinque membri del governo di ricostruzione nazionale, si dimise meno di un anno dopo, critica verso il crescente carattere [[marxismo|marxista]] del nuovo regime e a una pur moderata riforma agraria, da quel momento attaccò pesantemente i sandinisti sulle colonne del suo giornale. Quasi tutti i giornalisti della Prensa non condivisero la svolta a destra e fondarono il quotidiano indipendente, ma sostanzialmente filo-sandinista, El Nuevo Diario. Li guidava il fratello di Pedro J. Chamorro, Xavier Chamorro (vedi Salman Rushdie, "Il sorriso del giaguaro, viaggio in Nicaragua", Garzanti, 1989).
All'annuncio, dato dal presidente [[Daniel Ortega]], di svolgere libere elezioni nel 1984, La Prensa si schierò per l'
Alle elezioni presidenziali dell'ottobre del [[1996]], Violeta Chamorro fu sconfitta da [[Arnoldo Alemán]], leader del Partito liberale costituzionalista (partito della destra antisandinista), che assunse ufficialmente la presidenza del Nicaragua nel gennaio del [[1997]]. Dal novembre 2006, è tornato Presidente il sandinista Daniel Ortega, successivamente rieletto per altre due volte.
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