Coro greco: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Controllata e ampliata la voce |
|||
Riga 1:
[[File:Getty Villa - Storage Jar with a chorus of Stilt walkers - inv. VEX.2010.3.65.jpg|thumb|Vaso di terracotta raffigurante un coro di personaggi su trampoli <small>(Museo [[Getty Villa]])</small>]]
Il '''coro greco''' (o semplicemente '''coro'''), nell'ambito del [[teatro greco]] antico, rappresenta un gruppo omogeneo di personaggi, che agisce collettivamente sulla scena insieme agli [[Attore|attori]]. I membri del coro, detti coreuti, camminano o danzano all'unisono, commentano con canti ciò che avviene sulla scena e talvolta intervengono direttamente nell'azione. Il coro è guidato dal '''corifeo''', che ne è il capo e talvolta dialoga con gli attori in rappresentanza di tutto il coro.
== Caratteristiche ==
Il coro rappresenta un personaggio collettivo, che partecipa alla vicenda tanto quanto gli attori stessi. Per esempio, nella tragedia ''[[Orestea#Agamennone|Agamennone]]'' di [[Eschilo]], esso è formato da un gruppo di anziani notabili di [[Argo (Grecia)|Argo]]; nelle ''[[Le Baccanti|Baccanti]]'' di [[Euripide]] esso è costituito appunto dalle sfrenate [[menadi]], e nell<nowiki>'</nowiki>''[[Elena (Euripide)|Elena]]'' dello stesso autore, il coro è formato da un gruppo di giovani schiave greche. In alcuni casi il coro è suddiviso in due semicori, come nella commedia ''[[Lisistrata]]'' di [[Aristofane]].
[[File:Teatro di Dioniso (Theatre of Dionysus).JPG|thumb|L'orchestra del teatro di Dioniso. Si notano i gradini che portavano al palco rialzato, ma è probabile che tale palco non ci fosse al tempo dei grandi tragici]]
Nel periodo [[Ellenismo|ellenistico]] gli attori recitavano su un palco rialzato, mentre il coro stava nella sottostante [[Orchestra (architettura)|orchestra]], tuttavia al tempo dei grandi tragici ([[V secolo a.C.]]) non è noto se tale palco fosse effettivamente presente, o se attori e coro recitassero insieme nell'orchestra; gli studiosi sono divisi a tal proposito, anche se sembra più probabile che attori e coro recitassero nello stesso spazio, viste le numerose occasioni in cui essi si avvicinano tra loro o escono dalle stesse uscite.<ref>Contrario all'esistenza del palco, vedi {{cita|Di Benedetto-Medda|10-11, 28}}. Favorevole, vedi Bernhard Zimmermann, ''La commedia greca'', Carocci, 2010, ISBN 978-88-430-5406-0.</ref> Il coro entrava nell'orchestra all'inizio dello spettacolo dalle ''[[parodoi]]'' (o ''eisodoi''), due corridoi coperti posti tra le gradinate del pubblico e l'orchestra, per poi restare nell'orchestra stessa per tutta la durata della rappresentazione. Durante le parti riservate agli attori è probabile che il coro restasse ai margini dell'orchestra,<ref>Il coro aveva comunque la possibilità, come già accennato, di inserirsi nei dialoghi degli attori tramite il corifeo.</ref> mentre durante i cosiddetti [[Struttura della tragedia greca|stasimi]] esso eseguiva canti e danze.<ref>{{cita|Di Benedetto-Medda|10-12, 238}}.</ref>
Il numero dei componenti del coro era inizialmente di dodici nella tragedia, poi portato a quindici da [[Sofocle]],<ref>La notizia secondo cui il coro avrebbe avuto inizialmente ben cinquanta componenti, riportata da [[Giulio Polluce]] (''Onomasticon''), non appare credibile, a meno che non si riferisca a esperienze antecedenti al teatro. (Cfr. {{cita|Di Benedetto-Medda|232)}}</ref> e ventiquattro nella commedia. I coreuti portavano la maschera e un costume, come del resto anche gli attori, più o meno vistosi ed elaborati a seconda dei personaggi rappresentati (che potevano essere persone comuni, eroi mitologici o, nel caso della commedia, anche animali). Peculiare era il caso del [[dramma satiresco]] (il terzo tipo di opera teatrale nell'antica Grecia oltre alla tragedia e alla commedia), in cui il coro era sempre composto da [[Satiro|satiri]].
Il testo delle parti scritte per coro e attori presenta una differenza sostanziale: mentre le parti per gli attori sono scritte in trimetri giambici e sono prive di accompagnamento musicale, quelle del coro sono cantate in metri lirici e accompagnate dalla musica dell<nowiki>'</nowiki>''[[aulos]]''. Il coro poteva anche accompagnare i canti con danze e movimenti coordinati.<ref>{{cita web|url=http://www.mondogreco.net/tragedia.htm|titolo=La musica nella tragedia greca|autore=Carlo Fatuzzo|accesso=19 settembre 2017}}</ref><ref>{{cita|Di Benedetto-Medda|238}}.</ref>
== Evoluzione nel tempo ==
=== L'origine ===
[[File:Ifigenia in Aulide (2015).ogg|miniatura|Rappresentazione moderna dell<nowiki>'</nowiki>''[[Ifigenia in Aulide]]'' di Euripide: l'attrice esegue un monologo attorniata dal coro di donne [[calcide]]si]]
Il coro trae la sua origine, verosimilmente, da canti corali che venivano eseguiti precedentemente alla nascita del teatro. Scrive Aristotele nella ''[[Poetica (Aristotele)|Poetica]]'' che la tragedia nacque dall'[[improvvisazione teatrale|improvvisazione]], e precisamente "da coloro che intonano il [[ditirambo]]",<ref>Aristotele, ''[http://www.filosofico.net/poeticaristotele.htm Poetica]'', 4, 1449a.</ref> un canto corale in onore di Dioniso. Agli inizi queste manifestazioni erano brevi e di tono burlesco perché contenevano degli elementi satireschi; poi il linguaggio e gli argomenti si fecero man mano più gravi.<ref>Cambiò anche il metro dei versi, che dal [[tetrametro trocaico]], il verso più prosaico, divenne il [[trimetro giambico]].</ref> Questa informazione è completata da un passo delle ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]'' di [[Erodoto]] e da fonti successive, in cui si afferma che l'inventore del ditirambo fu il lirico [[Arione di Metimna]].<ref>Erodoto, ''Storie'', I, 23.</ref><ref name=coro>{{cita|Di Benedetto-Medda|248-249}}.</ref><ref name=coro2>{{cita|Guidorizzi|127-129}}.</ref>
Gli studiosi hanno formulato una serie di ipotesi riguardo al modo in cui si sia compiuta l'evoluzione dal ditirambo alla tragedia. Pur con numerose incertezze e dubbi da parte degli storici, in generale si ritiene che gradualmente il corifeo abbia cominciato a differenziarsi dal resto del coro, distaccandosene e cominciando a dialogare con esso, diventando così un vero e proprio [[personaggio immaginario|personaggio]]. Questo dialogo tra il coro e il personaggio sarebbe dunque alla base della nascita del teatro. Ecco dunque che a partire da un canto epico-lirico, nacquero le rappresentazioni teatrali.<ref name=coro/><ref name=coro2/><ref>Fabrizio Festa, Silvia Mei, Sara Piagno, Ciro Polizzi, ''Musica: usi e costumi'', Edizioni Pendragon, 2008, ISBN 88-8342-616-9.</ref> Mentre nasceva e si strutturava la tragedia vera e propria, lo spirito più popolare dei riti e delle danze dionisiache sopravvisse nel dramma satiresco.<ref>L. E. Rossi, ''Il dramma satiresco attico - Forma, fortuna e funzione di un genere letterario antico'', in DArch 6, 1972, pp. 248-302.</ref>
=== La graduale scomparsa ===
Come già visto, il coro è il nucleo attorno al quale si sviluppò la tragedia greca, e per questo motivo nelle opere più antiche esso ha un'importanza fondamentale e interagisce spesso con gli attori (basti pensare alle tragedie di Eschilo, come ''[[Le supplici (Eschilo)|Le supplici]]'' o ''[[I sette contro Tebe]]''). Col passare del tempo però esso andò sempre più defilandosi, tanto che nelle ultime tragedie di Euripide il coro è spesso del tutto avulso dall'azione. Nelle ''[[Le fenicie|Fenicie]]'' o nell<nowiki>'</nowiki>''Elena'', ad esempio, il coro è composto da donne che nulla hanno a che vedere con la vicenda e si limitano a osservarla e commentarla. Tale tendenza viene stigmatizzata da [[Aristotele]] nella ''[[Poetica (Aristotele)|Poetica]]'':
{{Citazione|Anche il coro poi occorre considerarlo come uno degli attori e bisogna che sia una parte integrante del tutto e che intervenga nell’azione, non come in Euripide ma come in Sofocle.|''[http://www.filosofico.net/poeticaristotele.htm Poetica]'', 18, 1456a}}
In effetti, ai tempi delle prime tragedie di [[Eschilo]] c'era un solo attore, ed il coro era ancora l'elemento più significativo della rappresentazione. In seguito, nel corso di pochi decenni, si aggiunsero prima un secondo attore, e poi un terzo. L'aumento del numero di attori disponibili portò a una riduzione progressiva dell'importanza del coro e dello spazio ad esso dedicato, fino alla completa scomparsa, sostituito da intermezzi cantati, intercambiabili tra uno spettacolo e un altro. Ciò avvenne gradualmente a partire dalla fine del V secolo a.C.: per la tragedia il primo a usare il coro in questo modo fu [[Agatone]], mentre per la commedia ciò è riscontrabile negli ultimi anni della [[commedia antica]]<ref>Precisamente nelle commedie ''[[Le donne al parlamento]]'' e ''[[Pluto (Aristofane)|Pluto]]'' di [[Aristofane]], risalenti all'inizio del IV sec. a. C.</ref> e in seguito nella [[commedia nuova]].<ref>{{cita|Di Benedetto-Medda|250}}.</ref><ref>Jacqueline de Romilly, ''La Tragédie grecque'', PUF, 2006.</ref>
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* [[Giulio Guidorizzi]], ''Letteratura greca, da Omero al secolo VI d.C.'', Mondadori, 2002, ISBN 978-88-88242-10-1.
* [[Vincenzo Di Benedetto]] ed Enrico Medda, ''La tragedia sulla scena'', Einaudi, 2002, ISBN 978-88-06-16379-2.
* Aristotele, ''Poetica'', a cura di Domenico Pesce, Bompiani, 2004, ISBN 978-88-452-9068-8.
{{portale|antica Grecia|musica|teatro}}
|