Buco nero: differenze tra le versioni

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Nella [[relatività generale]], si definisce '''buco nero''' una regione dello [[spaziotempo]] con un [[campo gravitazionale]] così intenso che nulla al suo interno può sfuggire all'esterno, nemmeno la luce.<ref>Wald Robert M. (1984). [http://books.google.com/books?id=9S-hzg6-moYC General Relativity]. University of Chicago Press, pp. 299. ISBN 978-0-226-87033-5.</ref>La [[velocità di fuga]] di un buco nero è superiore alla [[velocità della luce]], e poiché la velocità della luce è un limite insuperabile, nessuna [[Particella (fisica)|particella]] di [[Materia (fisica)|materia]] o nessun tipo di [[energia]] può allontanarsi da quella regione.
 
Nella [[fisica classica]], la possibilità di un corpo con massa tanto grande che la sua velocità di fuga sarebbe superiore alla velocità della luce, era stata teorizzata nel diciottesimo secolo, prevedendo che tale oggetto sarebbe risultato invisibile. Da un punto di vista relativistico invece, il campo gravitazionale comeviene descritto come deformazione dello [[spaziotempo]] causata da un oggetto molto massiccio, e la velocità della luce è una costante limite. Nel caso di un buco nero la deformazione sarebbe tale che la luce subirebbe, in una simile situazione limite, uno [[Spostamento verso il rosso gravitazionale|spostamento verso il rosso]] gravitazionale infinito.
 
La superficie - geometrica e puramente immaginaria - che delimita la regione dello spazio al di là della quale tali fenomeni avvengono, è detta [[orizzonte degli eventi]].
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Il termine "buco nero" è stato coniato dal fisico [[John Archibald Wheeler]]; in precedenza si parlava di "stella oscura" (''dark star'') o "stella nera" (''black star''). L'aggettivo "nero" deriva dal fatto che non può emettere luce. Il fatto che nessuna particella che vi fosse catturata possa più riemergere (nemmeno i [[fotone|fotoni]]) è la ragione del termine "buco".
 
Un corpo celeste con questa proprietà non può essere osservato direttamente. La sua presenza potrebbe essere rilevata solo indirettamente, rilevando i suoi effetti sulla materia circostante, come le interazioni gravitazionali con altri corpi celesti, o lagli effetti sulla materia che vi precipita, o il fenomeno della [[lente gravitazionale]]. L'esistenza di buchi neri è oggi attestata, sono stati rilevatiindividuati oggetti di questo tipo con masse molto variabili, da un minimo di 5 masse solari, fino abuchi masseneri conrilevabili dimensioni disu scala galattica con massa pari a milionimiliardi di masse solari. Sono state raccolte numerose osservazioni [[astrofisica|astrofisiche]] che possono essere interpretate (anche se non univocamente) come indicazioni dell'effettiva esistenza di buchi neri nell'[[universo]] in fenomeni diversi, come le [[galassia attiva|galassie attive]] o le [[stella binaria a raggi X|binarie X]].
 
Oggetti i cui campi gravitazionali sono troppo forti per permettere alla luce di fuggire erano stati teorizzati nel [[XVIII secolo]] da [[John Michell]] e [[Pierre-Simon Laplace]]. La prima soluzione moderna della relatività generale, che avrebbe caratterizzato un buco nero, è stata trovata da [[Karl Schwarzschild]] nel 1916, anche se la sua interpretazione relativa a una regione di spazio da cui nulla può sfuggire è stata pubblicata da [[David Finkelstein]] nel 1958. A lungo considerata una curiosità matematica, risale agli anni '60 la dimostrazione teorica che i buchi neri erano una previsione generica della relatività generale. La scoperta successiva delle [[stelle di neutroni]] ha suscitato interesse negli oggetti compatti collassati su loro stessi per via della loro forza gravitazionale come una possibile realtà astrofisica.