Buco nero: differenze tra le versioni

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Nella [[fisica classica]], la possibilità di un corpo con massa tanto grande che la sua velocità di fuga sarebbe superiore alla velocità della luce, era stata teorizzata nel diciottesimo secolo, prevedendo che tale oggetto sarebbe risultato invisibile. Da un punto di vista relativistico invece, il campo gravitazionale viene descritto come deformazione dello [[spaziotempo]] causata da un oggetto molto massiccio, e la velocità della luce è una costante limite. Nel caso di un buco nero la deformazione sarebbe tale che la luce subirebbe, in una simile situazione limite, uno [[Spostamento verso il rosso gravitazionale|spostamento verso il rosso]] gravitazionale infinito.
 
La superficie sferica chiusa - geometrica e puramente immaginaria - contenente l'oggetto massiccio, e che delimita la regione dello spazio al di là della quale si hanno tali condizioni "senza ritorno", è detta [[orizzonte degli eventi]]. Per l'oggetto massiccio al centro della regione, che dà luogo al campo gravitazionale, viene teorizzato uno stato della materia definito [[Singolarità gravitazionale|''singolarità'']], cioè con caratteristiche sconosciute ed estranee alle leggi della [[meccanica quantistica]] che descrivono il comportamento della materia nell'[[universo]] a noi noto, e ipotizzando che la sua [[densità]] potrebbe anche essere infinita.
 
Il termine "buco nero" è stato coniato dal fisico [[John Archibald Wheeler]]; in precedenza si parlava di "stella oscura" (''dark star'') o "stella nera" (''black star''). L'aggettivo "nero" deriva dal fatto che non può emettere luce. Il fatto che nessuna particella che vi fosse catturata possa più riemergere (nemmeno i [[fotone|fotoni]]) è la ragione del termine "buco".