Letteratura: differenze tra le versioni

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Come si vede, le opposizioni "oralità"/"scrittura" e "poesia"/"prosa" sono profondamente interlacciate. Piuttosto distante dalla prospettiva crociana è quella del [[Formalismo russo|formalista]] russo [[Roman Jakobson]], che ha caratterizzato la funzione poetica a partire da una considerazione tecnico-formale dei componimenti: la "letterarietà" di un testo è individuabile a partire dalla sua struttura e la poesia è quel componimento che utilizza un linguaggio orientato al messaggio stesso, cioè in qualche modo bastante a se stesso<ref name=ferronix/>.
 
== Letteratura d'autore e pubicopubblico letterario ==
Con lo sviluppo della borghesia, a partire dagli ultimi decenni del [[XVIII secolo]], quando si comincia ad abbandonare l'uso del termine "eloquenza", l'accezione più comune del termine letteratura è quella che riguarda la produzione di testi scritti da parte di un autore per essere letti da un pubblico. Tale fruizione si amplia di molteplici motivi: godimento estetico, immedesimazione psicologica, spirito critico e conoscitivo. Vengono, al contempo, promossi a rango di letteratura anche le opere nate per il giornalismo o per il teatro. La parola "poesia" va specializzandosi e l'accezione del termine "letteratura" si centra nel suo essere in rapporto con un pubblico e con la sua immaginazione. [[Jean-Paul Sartre]] diceva che la letteratura "si fa nel linguaggio ma non è mai data nel linguaggio; essa è un rapporto fra gli uomini ed un appello alla loro libertà"<ref>cit. in Fortini, p. 157.</ref>. Oltre e più che essere "oggetto", la letteratura è "relazione". Il testo letterario, come dice [[Cesare Segre]], compie una "introiezione dei riferimenti contestuali", producendo senso all'interno di una cerimonia formale.