Direct-to-video: differenze tra le versioni

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Le ragioni per le quali un regista o lo [[studio cinematografico]] decidono di non destinare il prodotto al circuito cinematografico possono essere molteplici: la consapevolezza che il film possa fruttare scarsi introiti a seguito della mancanza di pubblico potenzialmente interessato, la volontà di soddisfare una specifica nicchia di mercato (come ad esempio i [[fan]] di una [[serie televisiva]]), la mancanza di mezzi per girare un film tecnicamente all'altezza degli altri proiettati nei cinema.
 
Un noto regista italiano di film ''direct-to-video'' è stato [[Bruno Mattei]] che, facendo economia nei mezzi tecnici, ha continuato a scrivere e dirigere fino a poco prima della sua morte (avvenuta nel maggio [[2007]]) [[film di genere]] come il [[Cannibal movie|filone cannibalesco]] o il cosiddetto WIP (''[[Women in prison film|Women in prison]]''). In questo caso il [[cinema di genere]] italiano, che negli anni settanta e ottanta aveva grossi introiti economici e spopolava nelle sale, si è poi ristretto ada un pubblico minore, che trova interesse esclusivamente nel mercato per home video.
 
{{Citazione necessaria|Un altro genere di film che soprattutto tra gli anni'80 e '90 fruttò bene in termini di incassi, una volta uscito nelle sale cinematografiche era il genere degli eroi d'[[Film d'azione|azione]] e di [[arti marziali]], ma che poi soprattutto dagli anni [[2000]], si è letteralmente limitato alla distribuzione direct-to-video. In genere, si tratta di film classificati come vietati ai minori di 14 anni in Europa e ai minori di 18 anni negli Stati Uniti d'America, i cui attori che ne hanno preso parte sono divenuti di fama mondiale per le loro abilità a combattere realisticamente sul set come [[Steven Seagal]], [[Jean-Claude Van Damme]] e [[Dolph Lundgren]].}}