Giorgio Levi Della Vida: differenze tra le versioni

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Dopo la promulgazione delle [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]], nel [[1939]] espatriò negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] dove ricevette un incarico di insegnamento presso la [[Università della Pennsylvania]] a [[Filadelfia]] e, quindi, nell'Università di [[San Diego]] in [[California]], alla cui Biblioteca cedette, ancora in vita, il settore arabistico-islamistico della propria libreria.
 
Presente a [[Roma]] il 25 luglio [[1943]], giorno della caduta del fascismo, fu sorpreso dall'occupazione tedesca della città, avvenuta dopo l'8 settembre dello stesso anno. In un primo tempo si rifugiò nella Villa San Francesco a [[Nazzano]], di proprietà di una baronessa (fuggita altrove) e si nascose tra le balle di fieno. Fu tenuto nascosto per qualche tempo e quando poté andarsene, ringraziò con calore la famiglia Alcini che lo aveva aiutato in questo periodo di clandestinità [[I luoghi della guerra – Racconti dalla Sabina, documentario di Maria Teresa De Carolis e realizzato con il contributo della Regione Lazio nell’ambito del progetto 2015-2016 di valorizzazione e promozione degli archivi storici comunali “Storie e microstorie in bassa Sabina nel periodo delle guerre mondiali”.
Trovò poi rifugio presso il Collegio Urbano, un'istituzione cattolica. <!--Nel [[1944]], alla fine di marzo, avvenne il suo [[battesimo]], che segnò la conversione alla [[religione cattolica]]<ref>{{Cita libro |autore = [[Enzo Forcella]] |titolo = La resistenza in convento |città = Torino |editore = Einaudi |anno = 1999 |p = 72 |isbn = 88-06-14880-X}}</ref><--> Dopo la Liberazione di Roma (4 giugno 1944), lo studioso tornò a insegnare Ebraico e lingue semitiche comparate all'università.