Pompeo Neri: differenze tra le versioni
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==Biografia==
Figlio di [[Giovanni Bonaventura Neri Badia|Giovanni Bonaventura]], professore di diritto e consigliere del [[Granduca di Toscana]], studiò all'[[Università di Pisa]] e nel
Considerato uno dei protagonisti delle politiche riformiste volute dai [[Asburgo-Lorena (Toscana)|Lorena]] in campo economico, istituzionale e giuridico, Pompeo Neri ebbe numerosi incarichi pubblici. Fu nominato auditore dello Scrittoio delle Regie Possessioni dal [[Gian Gastone de' Medici|Granduca Gian Gastone]], ultimo sovrano appartenente alla famiglia [[Medici]], incarico che Pompeo Neri svolse anche dopo l'arrivo in Toscana nel [[1737]] della dinastia [[Asburgo-Lorena (Toscana)|Lorena]].
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Nel [[1738]] Neri insieme <ref>Marcello Verga, ''Da "cittadini" a "nobili", lotta politica e riforma delle istituzioni nella Toscana di Francesco Stefano: lotta politica e riforma delle istituzioni nella Toscana di Francesco Stefano'', Giuffrè, Milano 1990</ref><ref>"Il fiscale Filippo Luci, il senator Giulio Rucellai, il marchese Antonio Niccolini, e l'auditor Pompeo Neri furono i componenti la deputazione" (Antonio Zobi, ''Storia civile della Toscana dal MDCCXXXVII al MDCCCXLVIII'', Tomo 1, Firenze 1850)</ref> al senatore [[Giulio Rucellai]], all'auditore fiscale [[Filippo Luci]] <ref>[[Filippo Luci]] (1674-1750), patrizio fiorentino, auditore fiscale del Granducato di Toscana dal 1737 al 1746.</ref>, al marchese [[Antonio Niccolini (1701-1769)|Antonio Niccolini]] <ref>[[Antonio Niccolini (1701-1769)|Antonio Niccolini]] (1701-1769), marchese fiorentino, studioso di diritto e di storia ecclesiastica</ref>, fece parte della commissione creata per disciplinare la materia giuridica in tema di rilascio del porto d'armi e limitare gli abusi del passato. La deputazione divenne presto motivo di contrasto con l'Inquisizione di Firenze che fino ad allora aveva avuto piena facoltà in questa giurisdizione. Nel 1739 divenne segretario del Consiglio della Reggenza per gli affari di Finanza.
Nel
Il Neri era di formazione romanista, la sua azione tende a lasciar inalterato il sistema delle fonti. L'incarico era una razionalizzazione delle fonti preesistenti, e non una codificazione.
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La Toscana è circondata da territori dove vigeva il diritto comune giustinianeo, emerge così l'idea ancillare delle altre fonti rispetto al diritto romano. Secondo Neri il codice doveva dividersi in ''Giuspubblico'' e ''Giusprivato'', sul modello delle ''[[Istituzioni di Giustiniano|Institutiones]]'' (personae, res, actiones). In breve tale riforma avrebbe dovuto lasciare inalterato il sistema delle fonti e il rapporto diritto statutario-diritto comune.
Neri ricorda anche che in questa regione vigeva anche il diritto canonico e il diritto statutario marittimo, ma andava comunque fatta attenzione alla giurisprudenza dei tribunali ed alle consuetudini. Nel
Nel
Terminata la lunga parentesi milanese, nel
Nel
Con le dimissioni del conte austriaco [[Francesco Orsini von Rosenberg]] <ref>[[Francesco Orsini von Rosenberg]] (Vienna 1723-Vienna 1796), in tedesco: Franz-Xaver-Wolf von Orsini-Rosenberg. Il conte austriaco Francesco Orsini von Rosenberg arrivato nel 1766 in Toscana da Vienna fu nominato lo stesso anno presidente del consiglio di Finanze e maggiordomo maggiore della Real Corte Granducale. Prima di diventare ministro degli esteri, fu anche ministro della guerra.</ref> avvenute nel
Sotto questa importante veste, Neri colse l'occasione per ripartire con la campagna per la definitiva liberalizzazione del commercio del grano. Nonostante l'opposizione di molti, la tenacia del Neri riuscì a spuntarla qualche anno dopo: il 24 agosto del
Nel
Il 14 settembre
==Opere==
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