Magnetismo: differenze tra le versioni

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[[Plinio il Vecchio]] (23-79 d.C.) attribuisce l'etimologia del termine "magnete" ad un pastore cretese di nome "Magnes", il quale scoprì casualmente le proprietà della [[magnetite]] appoggiandovi sopra il suo bastone con la punta in ferro.<ref name=Manzelli/>
 
Quello che è certo, comunque, è che gli antichi avevano scoperto la capacità di alcuni minerali (ad esempio la [[magnetite]]) di attrarre la limatura di [[ferro]] o piccoli oggetti ferrosi. Allo stesso modo, [[Tito Lucrezio Caro]] (99 a.C. - 55 a.C.) nel ''[[De rerum natura]]'' racconta un curioso esperimento elettromagnetico osservato a Samotracia (VI,or 1042 - 1048):
 
«Avviene anche, talora, che da questa pietra s'allontani la natura del ferro, solita a fuggirla e seguirla a vicenda. Ho visto anche sobbalzare anelli ferrei di Samotracia, e limatura di ferra infuriare entro bronzei bacili, sotto cui fosse stato posto il magnete: tanto il ferro si mostra impaziente di fuggir dalla pietra. Per il frapporsi del bronzo si crea tanta discordia […].»<ref>{{Cita libro|autore = Tito Lucrezio Caro|titolo = De rerum natura|anno = 2004|editore = UTET|città = Torino|curatore = Armando Fellin|p = 473|capitolo = VI, 1042 - 1048}}</ref>