Giuseppina Strepponi: differenze tra le versioni

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lo]] di [[Roma]], ruolo appositamente scritto dal compositore per lei.
In marzo è Eleonora nella prima assoluta di ''Luigi Rolla'' di [[Federico Ricci (compositore)]] con Moriani al [[Teatro della Pergola]] di Firenze ed al [[Teatro Donizetti]] di Bergamo in agosto Elvira ne ''I puritani'' ed in settembre Elena in ''Marino Faliero''.
 
Contemporaneamente la Strepponi iniziò a frequentare assiduamente [[Giuseppe Verdi]] (da poco rimasto vedovo della prima moglie, [[Margherita Barezzi]]) interpretando alcune delle sue opere più famose.
Ella fu Abigaille nel successo della ''première'' del ''[[Nabucco]]'' di Verdi alla Scala nel [[1842]] alla presenza di [[Gaetano Donizetti]].
Riprese poi il ruolo di Abigaille in molti altri teatri italiani nell'anno successivo, tra cui nelle celebri esibizioni al [[Teatro Regio (Parma)|Teatro Regio di Parma]] ed al Teatro Comunale di Bologna nel [[1843]].
Sempre nel 1843 ella ottenne il ruolo di Elisabetta nel ''[[Roberto Devereux]]'' di Donizetti e di Imogene ne ''[[Il pirata]]'' di Bellini con [[Gaetano Fraschini]] a [[Bologna]].
Sempre nel medesimo periodo la Strepponi fu protagonista di rappresentazioni della ''[[Norma (opera)|Norma]]'' di Bellini, fu la Marchesa del Poggio in ''[[Un giorno di regno]]'' di Verdi e nuovamente protagonista nella ''[[Saffo (Pacini)|Saffo]]'' di [[Giovanni Pacini]].<ref name=Riemens/>
 
===L'abbandono delle scene===
Attorno al [[1844]], la Strepponi iniziò ad avere significativi problemi vocali, in gran parte dovuti al lavoro senza sosta che ella praticava come cantante per mantenere la madre ed i figli avuti dalle diverse relazioni amorose del suo passato, disagi che culminarono in una disastrosa stagione musicale a [[Palermo]] nel [[1845]] ove venne più volte fischiata. La sua voce non si riprese mai più ed iniziò ad apparire sporadicamente in alcune opere sino al suo definitivo ritiro dalle scene nel febbraio del [[1846]]. Alcune tra le ultime opere da lei interpretate erano tutte a firma di Verdi, come il ruolo di Elvira nell'''[[Ernani]]'' e quello di Lucrezia Contarini ne ''[[I due Foscari]]''.<ref name=Riemens/>
 
===Relazione e matrimonio con Verdi===
[[Image:Giuseppina Strepponi3.jpg|thumb|left|Giuseppina Strepponi in un ritratto del 1865]]
Nell'ottobre del [[1846]] la Strepponi si trasferì a [[Parigi]] ove divenne insegnante di canto, dedicandosi talvolta ad apparizioni nella [[Théâtre de la comédie italienne|Comédie-italienne]], che ad ogni modo non vennero degnamente recepite dal pubblico. Verdi si recò in [[Francia]] nell'estate del [[1847]] quando di fatto iniziarono una relazione sentimentale più stabile, premessa di un rapporto destinato a durare per mezzo secolo. Nel 1849, rientrati per brevi periodi in Italia, si stabilirono a Busseto, nel [[Palazzo Orlandi|Palazzo Dordoni-Cavalli]] acquistato quattro anni prima da Verdi in pieno centro, anche se la convivenza fu turbata dall'ostilità dei bussetani verso la Strepponi che ritenevano la loro convivenza immorale. Dopo una convivenza di dieci anni i due si sposeranno il 20 agosto [[1859]] a [[Collonges-sous-Salève]], piccola cittadina dell'[[Alta Savoia]]. La scelta del piccolo borgo savoiardo era dovuta essenzialmente ad una serie di motivazioni: innanzitutto il territorio era compreso nei domini dei Savoia il che rifletteva la convinzione politica di Verdi secondo il quale il metodo per unire l'Italia fosse quello di dare spazio alla casa regnante del Regno di Piemonte-Sardegna perché l'opzione repubblicana di Mazzini si era resa ormai impraticabile fattualmente. Il secondo motivo era strettamente personale e legato alla Strepponi, che Verdi desiderava proteggere dalle malelingue di [[Busseto]] cercando perciò un posto appartato dove sposarsi. La terza motivazione era di carattere burocratico in quanto per le leggi dello stato piemontese, il matrimonio religioso aveva anche valore civile, il che avrebbe evitato a Verdi la celebrazione di un secondo matrimonio nel municipio della sua residenza. Nel [[1851]] la coppia si trasferì nella [[Tenuta di Sant'Agata]], nell'omonima frazione di [[Villanova sull'Arda]] (oggi in [[provincia di Piacenza]]).
 
Il 24 novembre 1861 Verdi partì per la [[Russia]] con la moglie per poi tornare a [[Parigi]] nel marzo dell'anno successivo dal momento che a causa di una malattia della prima donna della compagnia, Emma La Grua, la rappresentazione era stata rinviata. In settembre la coppia ripartì nuovamente alla volta della Russia, arrivarono a San Pietroburgo il giorno 24, ove la rappresentazione fu un successo, malgrado le critiche di alcuni tradizionalisti.
Verdi nel [[1865]] decise di non ricandidarsi alla Camera del [[Regno d'Italia]], a cui era stato eletto nel 1861 ma che dopo la morte di Cavour frequentò assai poco, stante la scarsa disponibilità all'attività politica e ai tempi lunghi delle discussioni parlamentari. Nel [[1867]] la coppia affiliò la nipote di Verdi per parte del fratello di suo padre, Maria Filomena, che venne a stabilirsi in casa del musicista.
 
Nel [[1869]] durante le prove de ''[[La forza del destino]]'' Verdi conobbe il soprano [[Teresa Stolz]], destinata a divenire la prima interprete di [[Aida]] e della [[Messa da Requiem]]. Pur essendo molto amica della Stolz, la Strepponi sospettò l'inizio di una relazione sentimentale fra il marito e il soprano di cui in realtà nulla sino ad oggi può essere asserito con certezza per mancanza di documenti sufficientemente probanti.
 
===Gli ultimi anni===
[[Image:Giuseppina Strepponi (1897).jpg|thumb|Giuseppina Strepponi in una rara fotografia del 1897]]
Nel [[1894]], Verdi e la moglie compirono il loro ultimo viaggio a [[Parigi]]. Lo scrittore ungherese-ebreo [[Dezső Szomory]] che li conobbe in quell'occasione, descriverà poi Verdi come un uomo con gli occhi piccoli e accanto a lui una donna, Giuseppina, che appariva più come un vecchio uccello, ma alla fine concluse: "Una coppia bella e affascinante che è cresciuta e invecchia insieme nel mondo della musica".<ref>Irene Tobben: ''„Ich wollte eine neue Frau werden“. Giuseppina Strepponi, Verdis Frau, Ein Lebensbild''. Das Arsenal, Berlin 2003, ISBN 3-931109-47-X.</ref>
 
Giuseppina in quegli anni soffriva frequentemente di problemi di stomaco ai quali si aggiunse l' [[artrite reumatoide]], che la portò progressivamente all'immobilità; durante l'ultimo anno di vita a malapena poteva alzarsi dal letto. Nell'autunno del [[1897]], quando la coppia si preparava come ogni anno a trascorrere l'inverno a [[Genova]] per il clima più salubre e la vicinanza col mare, Verdi prese la decisione di rimanere a Sant'Agata poiché la moglie era ormai allettata. Giuseppina Strepponi morì il 14 novembre [[1897]] nella tenuta di Sant'Agata, vicino a [[Busseto]], a causa di una polmonite e venne inizialmente sepolta a [[Milano]]. Con la morte di Giuseppina, Verdi rimase per la seconda volta vedovo ed ancora una volta straziato dal dolore per aver perso una delle figure più importanti della sua vita. Quando Verdi morì aveva lasciato per testamento di essere sepolto accanto a Giuseppina, ma la città gli tributò una solenne sepoltura nel [[Cimitero Monumentale(Milano)|Cimitero Monumentale]] di [[Milano]]. Il desiderio di rivedere la coppia unita anche nell'aldilà portò infine il 26 febbraio [[1901]] a trasferire le salme nell'oratorio della [[Casa di riposo per musicisti "G. Verdi"|Casa di riposo per Musicisti]] di Milano. Ad accompagnare la cerimonia presenziò [[Arturo Toscanini]] che, sulle note del ''[[Va, pensiero]]'' del ''[[Nabucco]]'' diresse un coro di 900 cantanti.
 
Di Giuseppina Strepponi sono conservati un ritratto ad olio di quando giovanissima cantava a Vienna (1835) e alcuni documenti relativi alla sua carriera di soprano e al matrimonio con [[Giuseppe Verdi|Verdi]] a Collonges-sous-Salève (1859) conservati al Museo Verdiano Casa Barezzi di [[Busseto]], più svariate lettere di lavoro del periodo precedente la conoscenza di Verdi e dei primi anni Quaranta. Nell'articolo di Giuseppe Pennisi sul quotidiano cattolico [[Avvenire]] del 9 aprile 2012, Giuseppina Strepponi viene definita «[[Ateismo|atea]] coltissima».
 
== Note ==
<references />
 
==Bibliografia==
* Christian Springer: ''Giuseppe Verdi und die Interpreten seiner Zeit''. Verlag Holzhausen, Wien 2000, ISBN 3-85493-029-1.
* Irene Tobben: ''„Ich wollte eine neue Frau werden“. Giuseppina Strepponi, Verdis Frau, Ein Lebensbild''. Das Arsenal, Berlin 2003, ISBN 3-931109-47-X.
* Christine Fischer: ''Giuseppina Strepponi''. In: [[Anselm Gerhard]], Uwe Schweikert (Hrsg.): ''Verdi Handbuch''. Metzler, Kassel 2002, ISBN 3-476-01768-0 und Bärenreiter, Stuttgart und Weimar 2002, ISBN 3-7618-2017-8, S&nbsp;141–167.
* [[Gaia Servadio]]: ''The Real Traviata: Biography of Giuseppina Strepponi, Wife of Giuseppe Verdi''. Hodder & Stoughton Ltd., London 1994, ISBN 978-0-340-57948-0. Pubblicato in italiano come: ''Traviata. Vita di Giuseppina Strepponi'', Rizzoli 1994.
* Karl Josef Kutsch, Leo Riemens: ''Großes Sängerlexikon'' (Elektronische Ressource). Directmedia Publishing (Lizenz Saur, München), Berlin 2000, ISBN 3-89853-133-3.
 
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