Cinquecentina: differenze tra le versioni

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==Sviluppo tecnico==
Il periodo degli [[Incunabolo|incunaboli]] non aveva apportato grandi modifiche esteriori rispetto al [[Manoscritto|manoscritto]]. A partire dalla fine del [[Secolo XV|Quattrocento]], e sempre piú nel corso del [[Secolo XVI|Cinquecento]], diventa invece costante l'inserimento di tutti quegli elementi [[Paratesto|paratestuali]] che rendono il [[Libro|libro]] moderno, differenziandolo dal [[Codex|codex]]: [[Frontespizio|frontespizio]], [[Indice analitico|indici]], [[Nota tipografica|note tipografiche]], [[Paginazione|paginazione]] e [[titolo corrente|titoli correnti]], [[Marca tipografica|marche editoriali]], [[Punteggiatura|punteggiatura]], eccetera.
 
A partire dagli ''enchiridia'' ([[1501]]) di [[Aldo Manuzio|Manuzio]] il formato tascabile trova largo favore di pubblico; si delineano alcuni caratteri tipografici tuttora in uso (come il [[corsivo]], creato da [[Francesco Griffo]] e il [[Garamond (carattere)|garamond]], derivato dalle pubblicazioni di [[Simon de Colines]]); l'[[illustrazione]] (inizialmente [[Xilografia|xilografica]] e poi sempre piú [[Calcografia|calcografica]]) diviene una presenza significativa fra le pagine; aumenta la percentuale dei testi stampati in [[Lingua volgare|volgare]] rispetto a quelli in [[Lingua latina|latino]]<ref>M. Santoro, ''Storia del libro italiano'', Milano, Bibliografica, 2008, 134</ref> e dei titoli "secolari" rispetto a quelli religiosi.