Ariete (costellazione): differenze tra le versioni

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Il re Atamante e sua moglie [[Nefele (moglie di Atamante)|Nefele]] non erano una coppia felice, e allora Atamante si unì a [[Ino]], figlia del Re [[Cadmo]] della vicina [[Tebe (Grecia)|Tebe]]. A Ino non andavano a genio i figliastri, Frisso ed [[Elle]], e organizzò una cospirazione per farli uccidere. Cominciò a bruciare il grano per evitare che ci fosse un raccolto. Quando Atamante chiese aiuto all'[[Oracolo]] di [[Delo]], Ino corruppe i messaggeri affinché ritornassero con la risposta falsa che Frisso doveva essere sacrificato per salvare il raccolto.
 
A malincuore, Atamante portò suo figlio in cima al Monte Lafisto, che sovrastava il suo palazzo a Orcomeno. Era sul punto di sacrificare Frisso a Zeus quando Nefele intervenne per salvare suo figlio, mandando giù dal cielo un ariete alato dal vello d'oro. Frisso s'arrampicò sul dorso dell'animale, dove fu raggiunto da sua sorella Elle che anche temeva per la propria vita. Volarono via in direzione est verso la [[Colchide]], che si trovava sulla sponda orientale del [[Mar Nero]], sotto le [[Catena del Caucaso|Montagne del Caucaso]] (la [[Georgia]] ex sovietica di oggi). Lungo il percorso Elle non riuscì a mantenere la presa e cadde nel canale fra l'[[Europa]] e l'[[Asia]], i [[Dardanelli]], che in suo ricordo i [[Greci]] chiamarono [[Ellesponto]]. Una volta raggiunta la Colchide, Frisso sacrificò l'ariete a Zeus in segno di gratitudine. Regalò il suo vello d'oro al terribile Re della Colchide, [[Eete|Eeta]], che, in cambio, gli concesse la mano di sua figlia [[Calciope (figlia di Eete)|Calciope]].
 
Dopo la morte di Frisso il suo fantasma ritornò in [[Grecia]] per perseguitare suo cugino [[Pelia]], che si era impadronito del trono di Iolco in [[Tessaglia]]. Il vero successore a quel trono era Giasone. Pelia promise di lasciarglielo se gli portava a casa dalla Colchide il vello d'oro. Fu questa la sfida che diede il via all'epico viaggio di Giasone e degli Argonauti.