Correttezza politica: differenze tra le versioni

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L'espressione '''politicamente corretto''' (traduzione letterale dell'[[lingua inglese|inglese]] ''politically correct'') designa una linea di opinione e un atteggiamento sociale di estrema attenzione al rispetto generale, soprattutto nel rifuggire l'offesa verso determinate categorie di persone. Qualsiasi idea o condotta in deroga più o meno aperta a tale indirizzo appare quindi, per contro, '''politicamente scorretta''' (''politically incorrect'').Nasce negli Stati Uniti d'America dove la libertà di espressione garantita dalla Costituzione esclude i reati di opinione come la diffamazione o l'ingiuria, di conseguenza il politicamente corretto nasce per limitare nella vita sociale gli effetti negativi di un diritto che non incontra barriere giuridiche.
 
L'opinione, comunque espressa, che voglia aspirare alla correttezza politica dovrà perciò apparire chiaramente libera, nella forma e nella sostanza, da ogni tipo di [[pregiudizio]] [[razzismo|razziale]], [[etnia|etnico]], [[religione|religioso]], di [[genere (scienze sociali)|genere]], di [[Sviluppo umano (biologia)|età]], di [[orientamento sessuale]], o relativo a [[handicap (medicina)|disabilità]] fisiche o psichiche della persona.
 
L'uso dell'espressione nell'accezione corrente può essere ricondotta agli ambienti di [[intellettuale|intellettuali]] [[Stati Uniti|statunitensi]] di [[sinistra (politica)|sinistra]] d'ispirazione comunista degli [[Anni 1930|anni trenta]]<ref>[http://www.italianisticaonline.it/2004/politicamente-corretto-01/ Italianistica. A margine del "politicamente corretto"]</ref>, sebbene riguardo alle origini del concetto di "politicamente corretto" vi siano altre ipotesi.<ref>{{en}} {{Cita libro|autore=Geoffrey Hughes|titolo=Political Correctness: a History of Semantics and Culture|editore=John Wiley and Sons|anno=2009|pp=3-5}}</ref>
 
== Il politicamente corretto nel linguaggio ==
''Politically Correct'' è anche il successivo movimento di idee d'ispirazione ''liberal'' e ''radical'' delle università americane (in particolare nella [[University of Michigan]] ad [[Ann Arbor]], [[Michigan]]) che alla fine degli [[Anni 1980|anni ottanta]] si proponeva, nel riconoscimento del [[multiculturalismo]], la riduzione di alcune consuetudini linguistiche giudicate come discriminatorie ed offensive nei confronti di qualsiasi minoranza per cui: ''afro-americans'' (''afro-americani'') sostituisce ''blacks'', ''niggers'' e ''negros'' (''[[Negro|negri]]''), ''[[gay]]'' sostituisce i molti appellativi riservati agli omosessuali, ''diversamente abile'' sostituisce varie espressioni che erano politicamente corrette in passato (''minorato'', l'anglicismo ''[[handicap (medicina)|handicappato]]'', poi ''portatore di handicap'', ''disabile''), ''disoccupato'' sostituisce ''nullafacente''.
 
{{Citazione necessaria|Il movimento nacque in risposta al rapido aumento di episodi di [[razzismo]] tra gli studenti; furono approntati ed imposti dei codici di condotta verbale (''speech codes'') con i quali si voleva scoraggiare l'uso di epiteti offensivi: il ripetuto mancato rispetto di questi codici veniva sanzionato con richiami ufficiali che avrebbero potuto influire negativamente sulla carriera accademica.}}
 
 
== Critiche ==
Il politicamente corretto è una forma di conformismo linguistico, una sorta di pensiero unico che limita la libertà d'espressione oltreché una forma di [[ipocrisia]]<ref>Per eliminare riferimenti ritenuti [[sessismo|sessisti]], alcuni esponenti del movimento proposero di sostituire la parola ''waitron'' ([http://dictionary.reference.com/browse/waitron American Heritage Dictionary]) a ''waiter'' e ''waitress'' (cameriere) e il consiglio comunale della città di [[Sacramento (California)|Sacramento]] propose di sostituire al termine ''manhole'' (tombino) la parola ''personhole'', optando alla fine per "maintainance hole". ([http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9C0CE7DB163FF937A15755C0A966958260 Manholes by Another Name - New York Times], [http://faculty.ed.umuc.edu/~jmatthew/articles/Personhole.html])</ref> istituzionale, che si limita a cambiare la "forma", cioè le parole, senza intervenire sostanzialmente sul problema. Un modo per rimuovere le parole ma non (necessariamente) i problemi: sostituire i termini ''afroamericani'' e ''diversamente abili'' a '' negri'' e '' handicappati'' infatti è ben altra cosa dal rimuovere il razzismo e le [[barriere architettoniche]]. Viene inoltre molto criticato il [[bizantinismo]] di certe definizioni che sfumano negli anni: quelli un tempo chiamati brutalmente ''minorati'' sono divenuti prima ''invalidi'', successivamente ''handicappati'', poi ''portatori di handicap'', quindi ''disabili'' ed infine ''diversamente abili''. Classico è pure il ricorso alla definizione negativa: ''non vedenti'' per ciechi, ''non udenti'' per sordi, ''non deambulanti'' per para o tetraplegici; definizioni, oltre che inesistenti nel lessico medico, quasi sempre sdegnosamente rifiutate, quale segno d'ipocrisia in assenza di concreti vantaggi, dagli enti di tutela delle categorie interessate.
 
{{Citazione necessaria|Secondo [[Furio Colombo]] il politicamente corretto non si propose di "risolvere" determinati problemi, ma ha inteso invece fissare delle norme preliminari per una civile discussione su di essi, come del resto lui spiega in ''America e libertà'', rivolgendosi a un certo gruppo etnico o culturale nei termini che il gruppo stesso ha scelto, si dimostrano un rispetto e una volontà di dialogo che aumentano le possibilità di successo nella discussione successiva.}}