Tradizionalismo (politica): differenze tra le versioni

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Le pregresse civiltà si basano su una più ampia consapevolezza delle reali cause dell'esistenza terrena, anziché su criteri di disordine materialiastico ottenebrante.<ref>Julius Evola, ''Rivolta contro il mondo moderno'', ''op. cit.'', p. 327.</ref> La naturale decadenza di queste società è inversamente proporzionale all'aumento del progresso tecnico. Tale processo di decadenza ha inizio con la perdita dell'unico polo che in passato racchiude sia l'autorità spirituale che quella temporale e prosegue con la spinta propulsiva dei valori illuministi espressi con la [[Rivoluzione Francese]]: si arriva così alla società odierna dove il contatto diretto e vivido con il divino, sia in Sé che nel mondo circostante è stato occultato.
 
In particolare Evola rifiuta in blocco il concetto di [[egualitarismo]] in favore di una visione differenziatrice della natura umana, come viene tramandato da tutti i testi sacri ti tutte le civiltà del pianeta. Ne consegue un netto rifiuto per le degenerazioni oclocratiche e, parimenti, per ogni forma di totalitarismo, anch'esso ritenuto uno strumento massificatore, che si basa non su un'autorità spirituale, bensì su un'autorità esclusivamente di tipo temporale e su altri tipi di tirannia mascherata-
 
Conseguenza dell'approccio evoliano è che le differenze naturali tra gli esseri umani si rispecchiano anche nelle razze, ma difese sempre le sue teorie da imbarbarimenti di stampo biologistico e dalla strumentalizzazione di alcuni suoi studi, che andrebbero letti con dovizia prima di incanalare la memoria dell'autore in infauste degradanti situazioni di volgare delirio razzista. Julius Evola e gli autori ''evoliani'' rifiutano una visione del mondo biologicamente razzista, affermando la sua teoria del cosiddetto razzismo spirituale. La "razza interiore" di cui parla Evola è definita come un patrimonio di tendenze e attitudini che – a seconda delle influenze ambientali – giungono o meno a manifestarsi compiutamente.