Walter Audisio: differenze tra le versioni

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All'inizio del 1945, fu affidata ad Audisio la responsabilità dei compiti di polizia militare presso il comando generale del [[Corpo volontari della libertà]]. Contestualmente alla proclamazione dell'insurrezione nazionale (25 aprile [[1945]]), il [[CLNAI]] - Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, riunitosi a [[Milano]] aveva approvato un documento organico ove, all'art. 5 si prevedeva che: “i membri del governo fascista e i gerarchi fascisti colpevoli di aver contribuito alla soppressione delle garanzie costituzionali, d'aver distrutto le libertà popolari, creato il regime fascista, compromesso e tradito le sorti del paese e di averlo condotto all'attuale catastrofe, sono puniti con la pena di morte e, nei casi meno gravi con l'ergastolo”. L'esecuzione era comunque subordinata ad una sentenza dei tribunali di guerra da costituirsi in base all'art. 15 del documento medesimo<ref>Gian Franco Venè, ''La condanna di Mussolini'', Fratelli Fabbri, Milano, 1973. Il documento fu approvato “a maggioranza” da un comitato esecutivo composto da [[Sandro Pertini]], [[Emilio Sereni]], [[Leo Valiani]], [[Achille Marazza]] e [[Giustino Arpesani]]</ref>.
 
Appena a conoscenza dell'arresto di [[Benito Mussolini]] – effettuato a [[Dongo (Italia)|Dongo]] dai partigiani della [[52ª Brigata Garibaldi "Luigi Clerici"]] nel pomeriggio del 27 aprile - la direzione del CLNAI decise di agire senza indugio e di giustiziarlo immediatamente, evitando la consegna di [[Mussolini]] agli alleati. Walter Audisio fu quindi incaricato di eseguire la volontà del comitato mediante processo sommario e immediata fucilazione. A tal fine la sera del 27 aprile [[1945]], a Milano, insieme ad [[Aldo Lampredi]], nome di battaglia ''Guido'', ispettore del comando generale delledella BrigateBrigata Garibaldi e uomo di fiducia di Luigi Longo, Audisio contattò immediatamente il generale [[Raffaele Cadorna Jr|Raffaele Cadorna]] con la richiesta di un salvacondotto, che, sia pur con molta riluttanza, gli fu accordato<ref>Peter Tompkins, ''Dalle carte segrete del Duce'',Tropea, Milano, 2001, pag. 328</ref>.
 
Alle 7 del mattino del 28 aprile, il ''colonnello Valerio'' partì dalla scuola di Viale Romagna, [[Milano]], con il supporto di una dozzina di partigiani provenienti dall'Oltrepo' Pavese, agli ordini di [[Alfredo Mordini]] "Riccardo". Giunto a [[Como]], Audisio esibì il lasciapassare di Cadorna al nuovo prefetto [[Virginio Bertinelli]] e al colonnello Sardagna, assicurando loro che avrebbe trasferito i prigionieri a Como e, in un secondo momento, a Milano<ref>Giorgio Cavalleri, Franco Giannantoni e Mario J. Cerighino, ''La fine. Gli ultimi giorni di Benito Mussolini nei documenti dei servizi segreti americani (1945-1946)'', Garzanti, Milano, 2009, pag. 61</ref>. Trattenuto a Como fino alle 12.15, Audisio raggiunse Dongo, ove nel frattempo era giunto Lampredi, intorno alle 14.10.