Campionato mondiale velocità Sidecar: differenze tra le versioni

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Il primo Campionato del Mondo sidecar si disputò nel 1949. Fino al [[Motomondiale 1950|1950]] vi erano ammessi mezzi fino a 600 cm³, mentre successivamente la cilindrata fu ridotta a 500 cm³. Nei primi anni (fino al [[Motomondiale 1953|1953]]) dominarono la categoria mezzi a motore [[Norton Motorcycle Company|Norton]]; dal [[Motomondiale 1954|1954]] iniziò l'epopea della [[BMW Motorrad|BMW]], dominatrice della categoria fino al [[Motomondiale 1974|1974]] (con l'eccezione delle stagioni [[Motomondiale 1968|1968]] e [[Motomondiale 1971|1971]]). Il [[Motomondiale 1975|1975]] vide il primo titolo di un sidecar con [[motore a due tempi]]: il [[Busch (telaista)|Busch]] motorizzato [[König Motorenbau|König]] dei tedeschi [[Rolf Steinhausen|Steinhausen]]-[[Josef Huber|Huber]].
 
Inizialmente, il sidecar da competizione era pressoché simile al modello stradale, ovvero costituito da una moto alla quale veniva aggiogato un carrozzino. La prima significativa evoluzione tecnica si vide sul veicolo dell'equipaggio inglese [[Eric Oliver]] - [[Stan Dibben]], vincitori del [[Motomondiale 1953]]. Il ''side'' iridato, costruito dalla [[Watsonian]] su meccanica Norton, fu portato al debutto nella [[Gran Premio motociclistico del Belgio 1953|gara di apertura della stagione]] ed era realizzato intorno a un telaio monotrave (unico per moto e carrozzino) appositamente progettato, poteva contare su ruote dal diametro ridotto a 16", forcelle accorciate ed una struttura allungata con pedane arretrate, che consentiva al pilota una posizione di guida quasi inginocchiata, molto diversa da quella classica del motociclista<ref>{{cita web|url=http://www.mrequipe.net/history.htm|titolo=Sidecar world championship history|editore=www.mrequipe.net|lingua=en|accesso=28 settembre 2013}}</ref>, allo scopo di ridurre la sezione frontale e la resistenza all'avanzamento. Si passò poi a telai del tipo a piattaforma, con il serbatoio della benzina e la batteria posizionati, a seconda dei casi, tra la moto e il carrozzino o sul carrozzino<ref name=machines>{{cita web|url=http://sidecarracers.com/machines.php|titolo=The machines|editore=sidecarracers.com|lingua=en|accesso=10 febbraio 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120606002753/http://www.sidecarracers.com/machines.php|dataarchivio=6 giugno 2012}}</ref>. Dagli [[anni 1950|anni cinquanta]] si diffusero le [[Carenatura (motociclismo)|carenature "a campana"]] che coprivano la ruota anteriore, permesse sui sidecar anche dopo il loro divieto sulle moto a fine [[Motomondiale 1957|1957]]; dagli [[anni 1960|anni sessanta]] si assistette a una ulteriore diminuzione delle dimensioni delle ruote, così da rendere i sidecar sempre più bassi.
 
Uno tra i più chiari esempi di innovazione fu la serie dei sidecar "CAT" di [[Rudi Kurth]] che, dopo aver realizzato nella prima metà degli anni sessanta dei sidecar a telaio tubolare "unico" per il campione Fritz Scheidegger (dotati di forcella a bracci oscillanti), realizzò nel 1966 per sé il suo primo sidecar con telaio "a piattaforma" - definito all'epoca "il sidecar più basso mai costruito" - con travi in acciaio su cui poggiava la meccanica BMW e il pianale del passeggero<ref>{{cita web|url=http://www.catbikes.ch/pdf/rudis_cat_developments.pdf|titolo=Rudi Kurth's CAT Developments|editore=www.catbikes.ch|lingua=en|accesso=3 ottobre 2013}}</ref>, per poi evolvere il concetto negli anni seguenti<ref>{{cita web|url=http://www.classic-motorrad.de/cm2002/kurth/rudi-kurth.htm|titolo=Rudi Kurth's außergewöhnliche Konstruktionen |editore=www.classic-motorrad.de|lingua=de|data=17 agosto 2008|accesso=3 ottobre 2013}}</ref><ref>[http://www.flickr.com/photos/teamheronsuzuki/9534742687/sizes/l/ Articolo sul CAT a motore Crescent del 1968]</ref> e arrivando a realizzare nel 1976 un veicolo (il ''CAT III'') con telaio monotrave centrale in alluminio - che fungeva anche da serbatoio - e con le sospensioni a quadrilateri deformabili e il manubrio che azionava sia la ruota anteriore che quella del carrozzino<ref>{{cita web|url=http://www.fasterandfaster.net/2008/08/rudy-kurth-and-1976-cat-iii.html|titolo=Rudy Kurth and the 1976 Cat III |editore=www.fasterandfaster.net|lingua=en|data=17 agosto 2008|accesso=3 ottobre 2013}}</ref>.