Eugenio Scalfari: differenze tra le versioni

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|circoscrizione =
|collegio =
|partito = [[Partito Socialista Italiano|PSI]] <small>(1968-1972)</small>
|tendenza =
|titolo di studio = Laurea in giurisprudenza
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Tra le prime esperienze giornalistiche di Scalfari c'è "Roma Fascista"<ref>[http://www.repubblica.it/2004/d/speciale/altri/scalfari/cinqu/cinqu.html La Repubblica.it : Gli 80 anni di Eugenio Scalfari<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, organo ufficiale del [[Gruppo universitario fascista|GUF]] (Gruppo Universitario Fascista), mentre era studente di giurisprudenza. Negli anni successivi Scalfari continua a collaborare con riviste e periodici legati al fascismo, come "Nuovo Occidente", diretto dall'ex [[squadrismo|squadrista]] e fascista cattolico [[Giuseppe Attilio Fanelli]]. Nel 1942 Scalfari sarà nominato caporedattore di "Roma Fascista".<ref>[[Mirella Serri]], ''I redenti. Gli intellettuali che vissero due volte 1938-1948'', Milano, Corbaccio, 2005.</ref>
 
All'inizio del [[1943]]<ref name=Foglio>Ero giovane, fascista e felice, intervista a Eugenio Scalfari apparsa su Il Foglio del 29 maggio 2008 [http://www.pasqualericcio.it/public/uploads/2009/02/scal1.pdf]</ref> scrisse una serie di corsivi non firmati sulla prima pagina di ''Roma Fascista'' in cui lanciava generiche accuse verso speculazioni da parte di gerarchi del [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] sulla costruzione dell'[[EUR]]. Questi articoli portarono alla sua espulsione dai [[Gruppo Universitario Fascista|GUF]] per opera di [[Carlo Scorza]], allora vicesegretario del PNF. Di fronte al gerarca intenzionato a perseguire gli speculatori, il giovane Scalfari aveva ammesso come i suoi corsivi fossero basati su voci generiche. Il gerarca accusò poi il giovane di essere un imboscato, e lo prese materialmente per il bavero strappandogli le mostrine dalla divisa del partito<ref name=Foglio/>.
 
=== Carriera giornalistica nel dopoguerra ===
Dopo la fine della [[seconda guerra mondiale]] entra in contatto con il neonato [[Partito Liberale Italiano|Partito Liberale]], conoscendo giornalisti importanti nell'ambiente. Nel [[1950]], mentre lavora presso la [[Banca Nazionale del Lavoro]], diventa collaboratore prima a ''[[Il Mondo (rivista)|Il Mondo]]'' e poi all<nowiki>'</nowiki>''[[L'Europeo|Europeo]]'' di due personalità che spesso richiama nei suoi scritti: [[Mario Pannunzio]] e [[Arrigo Benedetti]]. Ricorderà, poi, con orgoglio di essere stato licenziato dalla BNL per una serie di articoli sulla Federconsorzi non graditi alla direzione.<ref>http://www.pasqualericcio.it/public/uploads/2009/02/scal1.pdf</ref>
 
Nel [[1955]] partecipa all'atto di fondazione del [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]]. Nello stesso anno nasce il settimanale ''[[L'Espresso]]'': Scalfari è direttore amministrativo e scrive articoli di economia.
 
Nel [[1963]] somma la carica di direttore responsabile de ''[[L'Espresso]]'' a quella di direttore amministrativo. Il settimanale arriva in cinque anni a superare il milione di copie vendute. Il successo giornalistico si fuse con il piglio imprenditoriale, dato che Scalfari continuò a gestire anche la parte organizzativa e amministrativa.
 
[[File:Eugenio Scalfari.jpg|thumb|upright|right|Eugenio Scalfari nella foto da [[deputato]]]]