Stesicoro: differenze tra le versioni

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== Opere e modalità esecutive ==
Considerato dagli antichi come l'[[Omero]] della lirica corale, il grande poeta dei miti, Stesicoro era un [[citarodia|citaredo]], che declamava, cioè, le sue opere accompagnandosi con la [[Cetra (antichità classica)|cetra]].
 
La sua produzione si articolava in 26 libri, di cui restano frammenti e, di alcuni di essi, non restano che semplici titoli. Si cimentò nei generi più diversi, dall'[[epica]] alla [[poesia pastorale]],<ref>Un riassunto del suo ''Dafni'', pur di sospetta attribuzione, in [[Claudio Eliano|Eliano]], ''Storia Varia'', X, 18.</ref> passando per composizioni di natura [[eros|erotica]].<ref>[[Ateneo di Naucrati|Ateneo]] XIII, 601a.</ref> A noi restano ampi frammenti della ''Gerioneide'',<ref>''SLG'' 11-15, da papiri di recente scoperta, che mostrano l'ampiezza delle composizioni, tali da far accettare la loro natura citarodica e non corale, visto che venivano ampiamente superati i 300 versi.</ref> e di un poema (forse ''Erifile'') sul destino di Edipo e dei suoi figli, della ''Iliou persis''<ref>''SLG'' 88-132, da papiri di recente scoperta.</ref>, dei ''Nostoi'',<ref>Fr. 209 ''[[Poetae Melici Graeci|PMG]]''.</ref> dell'''[[Orestea (Stesicoro)|Orestea]]'' e di due ''[[Palinodia (Stesicoro)|Palinodie]]''.<ref>Queste ultime erano una ritrattazione ad una precedente opera intitolata ''Elena'', dove l'eroina era rappresentata come un'adultera colpevole della guerra. Nelle ''Palinodie'' Stesicoro ritrattò, raccontando che non [[Elena (mitologia)|Elena]], ma un suo fantasma, era giunta a Troia: Platone, ''Fedro'', 244a.</ref>