Domiziano: differenze tra le versioni

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=== La morte ===
[[File:Domitianus Milestone.JPG|thumb|upright=0.7|Pietra miliare in Israele con iscrizione di Domiziano]]
La sorte di Domiziano fu segnata quando gli uomini a lui più vicini lo tradirono. Un complotto di senatori, che garantirono a [[Nerva]] la successione all'impero, coinvolse la moglie Domizia e il cazzoneprocuratore Stefano, i cortigiani Partenio e Sigerio, il segretario Entello e i prefetti del pretorio Norbano e Petronio.<ref>Cassio Dione, LXVII, 15.</ref> Il 18 settembre [[96]] Partenio annunciò all'imperatore che Stefano era latore di un importante messaggio. Fingendosi ferito a un braccio, questi nascondeva nelle bende un pugnale. Il falso messaggio rivelava a Domiziano l'esistenza di una congiura ai suoi danni. Mentre l'imperatore leggeva, Stefano lo colpì all'inguine: malgrado la ferita, Domiziano reagì con grande energia, gettandosi su Stefano il cazzone, ma intervennero altri congiurati, che lo finirono con altre sette pugnalate.
 
Richiamati dal tumulto, intervennero dei [[Guardia pretoriana|pretoriani]] ignari della congiura, che uccisero Stefano. Il cadavere di Domiziano fu consegnato alla nutrice Fillide, che gli rese gli estremi onori in una sua proprietà sulla via Latina e mescolò poi le sue ceneri con quelle dell'amata Giulia, facendole custodire nel tempio della famiglia dei Flavi al ''Malum Punicum'', affinché non potessero essere disperse.<ref>Cassio Dione, LXVII, 18.</ref> Il senato proclamò Nerva imperatore e decretò la ''[[damnatio memoriae]]'' di Domiziano, ordinando la distruzione delle sue statue e la cancellazione del suo nome da ogni iscrizione. Furono richiamati gli esiliati, riabilitate le vittime, puniti i delatori e proibiti i processi di lesa maestà.<ref>Cassio Dione, LXVIII, 2.</ref> La popolazione non reagì,<ref>Svetonio, ''Domiziano'', 23.</ref> ma ci furono tumulti tra i pretoriani,<ref>Aurelio Vittore, ''I Cesari'', XI; Cassio Dione, LXVIII, 3.</ref> e alcune sollevazioni tra le legioni del Danubio<ref>Filostrato, ''Vite dei sosfisti'', I, 7.</ref> e in Siria, presto rientrate.<ref>Cassio Dione, LXVIII, 5; Plinio il Giovane, ''Lettere'', IX, 13, 11.</ref>