Tantra: differenze tra le versioni

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A proposito di questo termine, "tantrismo", occorre subito chiarire due aspetti fondamentali per la comprensione dell'intero fenomeno.
 
Il primo è che il termine è del tutto sconosciuto alla tradizione classica [[india]]na, non esiste in [[Lingua sanscrita|sanscrito]]. Esso fu infatti coniato in occidente<ref>Come del resto anche il termine "[[induismo]]".</ref><ref>"La parola Tantrismo fu coniata nel secolo XIX dal sanscrito ''tantra'' che significa "trama" o "telaio" quindi una dottrina, e pertanto anche un'opera, un trattato o un manuale che insegna qualche dottrina, sebbene non necessariamente una dottrina tantrica. Ma accadde che gli studiosi occidentali scoprirono per la prima volta in opere conosciute come tantra dottrine e pratiche diverse da quelle del Brahmanesimo e dell'Induismo classico, che allora si credeva costituisse la totalità della letteratura religiosa induista. Questi testi differivano inoltre da ciò che si conosceva del Buddhismo antico e della filosofia Mahāyāna. Così gli esperti occidentali adottarono la parola Tantrismo per quell'aspetto particolare e per loro molto peculiare, persino repellente, della religione indiana. Non c'è alcuna parola in sanscrito che designi il Tantrismo. Ci sono testi chiamati tantra; c'è il tantraśastra cioè l'insegnamento dei tantra; c'è anche l'aggettivo tāntrika (tantrico) che è usato distintamente da vaidika (vedico) per contrapporre un aspetto della tradizione induista religiosa e rituale non al Vedismo propriamente detto, ma all'Induismo non tantrico "ortodosso" che si è tramandato fino ai giorni nostri, prevalentemente nel rituale privato (contrapposto a quello del tempio), e in particolare nei "sacramenti" (saṃskāra) imposti a tutti i maschi induisti due-volti-nati (appartenenti alle classi superiori). La tradizione tantrica si presenta pertanto come una tradizione diversa da quella dei Veda e delle upaniṣad, e in particolare dotata di riti e pratiche differenti. (''Tantrismo'' in Enciclopedia delle Religioni, vol.9 2006, pagg.377 e segg.)</ref> nel XX secolo da studiosi occidentali del mondo religioso indiano.
Pare che il primo a menzionare "tantrismo" sia stato, nel 1918, l'avvocato britannico Sir [[John Woodroffe]], che firmava con lo pseudonimo Arthur Avalon i suoi testi in qualità di orientalista.<ref name=PadI>Padoux, 2011, cap. I.</ref>
 
Invero, già dal secolo precedente gli orientalisti avevano individuato nel mondo ''hindu'' un insieme di fenomeni, culti e ideologie, che non riuscivano a rapportare al [[brahmanesimo]], all'induismo classico fondato sui ''[[Veda]]'' e sulle ''[[Upaniṣad]]'' cioè. Essi riscontravano queste teorie e pratiche in testi che in buona parte adoperavano come suffisso il termine "''tantra''". Di qui i termini "tantrismo", "tantrico", e "tantra" nel senso di religione o setta religiosa.<ref name=PadI/>