Giovanni Ciraolo: differenze tra le versioni

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Il suo pensiero è quello tipico della [[Massoneria]] professionale ed operativa che si riconosce nella loggia calabrese del ''[[Rito Simbolico Italiano]]'' in cui entra quando Gran Maestro è il senatore [[Pirro Aporti]], col quale condivide la necessità di mettere al centro il miglioramento interiore dell'uomo e la difesa delle parti più deboli della società. E come già aveva fatto Aporti a suo tempo, dopo la laurea mette in secondo piano gli studi per dedicarsi al giornalismo e alla [[avvocato|professione forense]].<ref>{{cita web|url=http://proscritti.blogspot.it/2010/03/massoneria-e-fascismo-dal-1919-al-1921.html|titolo=Massoneria e fascismo dal 1919 al 1921|editore=|accesso=16 dicembre 2015}}</ref> Diventerà Gran maestro aggiunto onorario del [[Grande Oriente d'Italia]]<ref>Massimo Della Campa, ''Luce sul Grande Oriente. Due secoli di massoneria in Italia'', Milano, Sperling & Kupfer, 2005, p. 74.</ref>.
 
Collaboratore dal [[1895]] di quotidiani e periodici di vario orientamento come il [[Corriere della Sera]], [[Il Messaggero]], [[La Tribuna]], [[La Vita (giornale)|La Vita]], [[Il Giorno (Napoli)|Il Giorno]] ed altri, trasferisce sulle più visibili colonne dei giornali l'idea di creare istituzioni educative, specie per l'infanzia, e riformare in senso rieducativo l'ordinamento penitenziario, affiancando l'altrettanto importante campagna di informazione sulla necessità di creare opere di assistenza e soccorso internazionali per i soccorsi nelle zone colpite da gravi calamità. La base di partenza è la militanza nelle file dell'ancora piccola [[associazione (diritto)|associazione]] della [[Croce Rossa Italiana]], cui è legato fin dai tempi dell'università e per la quale nel [[1896]] ha promosso un'opera di assistenza alle famiglie dei caduti e dei dispersi nella [[battaglia di Adua]]. Consulente legale dal [[1895]], membro del [[comitato centrale]] dal [[1911]], ne dimostra la potenzialità durante la [[prima guerra mondiale]], quando presiede da una parte l'assistenza alle famiglie dei combattenti romani su incarico del comune, dall'altra l'organizzazione ospedaliera nelle zone di operazioni in sinergia col presidente nazionale e con l'organizzazione della [[sanità militare]].
 
[[File:Poster con disegno di crocerossina, scritta- Chi darà un bicchier d'acqua in Nome Mio, non perderà la sua ricompensa.jpg|thumb|Manifesto con disegno di crocerossina durante la Prima Guerra Mondiale]]
L'impegno negli anni del conflitto gli vale la vice-presidenza nel [[1916]] e la presidenza nel [[1919]], incarico che lo porta a chiudere lo studio di avvocato e a tralasciare, pur senza abbandonarlo, l'impegno giornalistico e il confronto politico. Nonostante le buone prospettive rifiuta anche la candidatura alle [[Elezioni politiche italiane del 1919|elezioni]] del [[1919]] nelle file [[Partito Radicale Italiano|radicali]]. Dopo una prima ed unica esperienza parlamentare nella [[XXIII legislatura del Regno d'Italia|XXIII legislatura]] (24 marzo [[1909]]-29 settembre [[1913]]) declina l'invito ritenendo che il presidente di un'associazione non politica, ugualmente garante nei confronti di tutti i gruppi sociali e politici, non dovesse apparire come l'espressione di un singolo schieramento. Nello stesso anno accetta tuttavia la nomina a [[senatore a vita]], rifiutando l'iscrizione a un singolo gruppo e precisando in sede di giuramento che ''le istituzioni di bontà e di carità umana sono per i loro Capi ed ispiratori quasi esercizio di una magistratura morale, da non doversi interrompere per alcuna ragione, qualunque sia il ritmo della polemica o della passione politica di un Paese''.<ref>{{cita|Procedura di decadenza|Memoria difensiva, Pag. 3.}}</ref> Dai banchi del [[Senato del Regno|Senato]] si fa promotore delle norme necessarie alla costituzione dell'[[Unione internazionale di soccorso]], idea che risale agli anni dei suoi studi universitari e più volte reiterata da giornalista, specie dopo il [[terremoto di Messina del 1908|terremoto di Messina]] del [[1908]], che viene ufficialmente presentata alla X conferenza internazionale della [[Croce Rossa]] del [[1921]] come "''una federazione tra gli Stati, per dar vita ad una Convenzione di mutualità, che garantisce assistenza e soccorso a popolazioni colpite da una calamità sociale o naturale maggiore dei mezzi nazionali di riparo e di salvezza''".<ref>{{cita|Procedura di decadenza|Memoria difensiva, Pag. 4.}}</ref>
 
L'idea viene portata all'attenzione della [[Società delle Nazioni]] nel [[1922]], che per l'[[Italia]] è l'anno della [[marcia su Roma]] e dell'avvento di [[Mussolini]] al governo. La svolta nazionalista impressa dal fascismo, poco propensa alla cooperazione e del tutto avversa a qualsiasi concetto di uguaglianza, costringe Ciraolo, profondo e convinto antifascista, a fare buon viso a cattivo gioco. Il favore del governo italiano è infatti fondamentale dal momento che italiano è il promotore del progetto e il capo della commissione internazionale di studio costituita allo scopo. Dovendo mantenere una pluralità di rapporti diplomatici in una [[Europa]] pervasa da un'ondata di nazionalismi si adatta giocoforza alle superiori direttive con le dimissioni dalla [[Massoneria]] e la tessera del [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] come fascista-senatore, approfittando del fatto che le lunghe permanenze all'estero gli consentono di evitare le procedure parlamentari di fascistizzazione dello Stato.
 
I suoi sacrifici sono comunque premiati. Nel [[1927]] una conferenza diplomatica riunita a [[Ginevra]] dal 4 al 12 luglio, cui prendono parte le delegazioni di quarantre nazioni,<ref>Aderiscono alla costituzione Albania, Germania, Gran Bretagna, Belgio, Brasile, India, Bulgaria, Colombia, Cuba, Polonia, Egitto, Equador, Spagna, Finlandia, Francia, Grecia, Guatemala, Ungheria, Lettonia, Italia, Principato di Monaco, Nicaragua, Perù, Polonia, Portogallo, Romania, San Marino, Turchia, Uruguay, Venezuela.</ref> adotta ufficialmente la convenzione e lo [[statuto (diritto)|statuto]] dell'Unione,<ref>{{cita web|url=https://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/19270030/index.html|titolo=Convenzione che stabilisce un'Unione internazionale di soccorso, conchiusa a Ginevra il 12 luglio 1927|editore=|accesso=16 dicembre 2015}}</ref> frutto di una lunga serie di consultazioni e di 139 relazioni ufficiali. L'organizzazione diventa operativa solo nel [[1933]], a procedure di ratifica dei Paesi membri esperite, ma quando si riunisce il suo primo Consiglio generale la situazione politica mondiale è oltremodo cambiata, e molti dei presupposti che ne hanno permesso la costituzione sono venuti meno. È soprattutto il contrasto tra i Paesi europei a minarne le già fragili basi, mentre la [[Grande depressione|crisi economica mondiale]] degli anni '30 riduce i mezzi finanziari e le capacità tecnico-organizzative. Il suo contributo più rilevante, alla lunga, sarà una serie di studi sulle calamità naturali.
 
Nonostante il plauso personale di [[Mussolini]] all'iniziativa, spesa dal suo governo come "''l'epilogo di una lunga preparazione e di proposte di origine italiana''"<ref>''Senato del Regno''. Seduta del 28 maggio 1928.</ref> Ciraolo rimane per tutto il ventennio sottoposto ad un discreto ma deciso controllo di polizia, accentuato dopo la votazione per l'elezione alla presidenza del senato di [[Luigi Federzoni]], nella quale è sospettato di essere uno dei trentasette senatori di nomina prefascista che hanno votato scheda bianca. Non si oppone ai [[Patti lateranensi]] ma viene nuovamente preso di mira quando, nel [[1930]], vota contro alcuni provvedimenti legislativi e una nota da conto di alcune sue affermazioni sul capo del governo. I controlli e i rapporti non portano tuttavia a nulla perché dal [[1933]] in poi tutti gli sforzi del Ciraolo sono dedicati all'Unione, della quale è stato nominato presidente e a cui si dedica con encomiabile impegno anche negli anni difficili della [[seconda guerra mondiale]], dove però non riesce a operare alcun intervento.