Henri Brémond: differenze tra le versioni
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==Biografia==
Figlio di un [[notaio]], e fratello di quattro maschi, Émile, Henri, Jean et André, e di una femmina, Marguerite, seguì il suo percorso di studi presso il collegio del
Il [[padre]] gesuita Pralon ebbe, invece, un'influenza duratura su di lui.
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All'età di 17 anni decise di entrare nella [[Gesuiti|Compagnia dei Gesuiti]], allo stesso modo dei due suoi fratelli Jean et André. Svolse il noviziato in [[Inghilterra]], nel [[Devon]]shire e quindi si interessò alla [[letteratura inglese]] grazie agli studi di [[filosofia]] dal [[1882]] al [[1888]].
Dopo una permanenza dapprima a [[Moulins]], poi a [[Saint-Étienne]] e a [[Villefranche-sur-Saône]] venne ordinato [[prete]] l'8 settembre [[1892]], e due anni dopo iniziò la collaborazione con la [[rivista]] gesuita ''Étvdes'', della quale assunse la direzione negli anni che vanno dal [[1900]] al [[1903]], e sulla quale si distinse per una serie di articoli di [[psicologia]] [[religione|religiosa]] e di letteratura. Rivelò sin dai suoi primi scritti alcune doti che lo resero uno degli eredi di [[Sainte-Beuve]], sia per lo stile ed il gusto, sia per la acutezza psicologica, di indagine e la vivacità [[intellettuale]].<ref name="M">"Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, Vol. II,
Questi furono gli anni di fertili e solide amicizie, come quella con [[Maurice Barrès]], incontrato fortuitamente nel [[1900]] ad [[Atene]] in occasione di lavori di ristrutturazione del [[Partenone]], oltre a quella con [[Antonio Fogazzaro|Fogazzaro]], i modernisti [[Irlanda|irlandesi]] e con l'[[anglicano]] irlandese [[George Tyrrell]], convertito al [[cattolicesimo]] e divenuto gesuita, conosciuto il 10 luglio [[1901]].
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Il suo temperamento anticonformista ed inquieto lo spinsero ad abbandonare i gesuiti il 2 febbraio [[1904]], per proseguire in piena libertà il suo lavoro letterario, pur rimanendo prete secolare.
I suoi contatti con [[Maurice Blondel]], con i modernisti insospettirono le autorità religiose, che dopo la partecipazione di
Henri Brémond studiò lungamente [[poesie]] di varie epoche, il movimento [[Romanticismo|romantico]] e quello del [[Simbolismo]].
Gia nel [[1906]] Brémond si mise in evidenza con la ''Essai de biographie psychologique'' riguardante il pensiero del [[cardinale]] [[Henry Newman|Newman]], interpretato attraverso tracce della [[filosofia]] di Blondel: la dottrina del ''real assent'' ossia la partecipazione più dell'[[anima]] che della [[ragione]] al creato.
Un'altra delle sue prime opere scritte, intitolata ''Apologie pour [[Fénelon]]'', affrontò le tematiche [[storia|storiche]] e [[spiritualità|spirituali]] in stretta relazione con il caso Tyrrell e la sua sospensione, e quindi risultò in qualche modo anche una risposta ai suoi denigratori. Il suo scritto si caratterizzò per una notevole brillantezza e calore dialettico al punto da meritare l'accostamento con le ''Provinciales'' [[Blaise Pascal|pascaliane]].
Tutti questi elementi Brémond li trasmise anche nel suo monumentale progetto, ossia la stesura della ''Histoire littéraire du sentiment religieux en France depuis les guerres de religion jusqu'à nos jours'', opera in undici volumi iniziata intorno al [[1909]], che terminerà solamente con il decesso dell'autore, quando ormai la sua storia della vita, opere e pensiero dei grandi [[misticismo|mistici]] francesi era giunta sino al [[XVIII secolo]].
Il metodo impostato e sviluppato da Brémond parve innovatore all'epoca, visto che in effetti il risultato ottenuto fu una via di mezzo fra una storia religiosa della letteratura
Di rilevanza furono pure la sua difesa del Romanticismo, nel [[1924]] con l'opera ''Pour le romantisme'' e la sua approvazione, in coppia con [[Paul Valéry]], della "poesia pura" fonte di simbiosi fra stato creativo ed estasi mistica (''Prière et poésie'', [[1926]]).
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