Alais, Yselda e Carenza: differenze tra le versioni

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La loro poesia è ''Na Carenza al bel cors avinen'' ("Signora Carenza dal bel corpo avvenente") con le prime due stanze composte da Alais e Yselda e le ultime due (le più difficili da interpretare) da Carenza. [[Magda Bogin]] e [[Peter Dronke]] leggono il verso di apertura di entrambe le stanze come l'inizio con la dedica ''N'Alais i na Iselda'' ("Signora Alais e signora Yselda").<ref name=bogin144>Bogin, 144.</ref> C'è, tuttavia, un'interpretazione alternativa che vede la dedica come a una "N'Alaisina Iselda". In base a questa interpretazione, vi sono due, non tre, interlocutrici nella poesia: Carenza e '''Alaisina Yselda''' (talvolta '''Alascina''', entrambi diminutivi di Alais). All'interno della poesia, a favore della molteplicità delle giovani donne vi è la frase ''nos doas serors'' ("noi due sorelle"), in contrasto con l'uso continuo della prima persona singolare. La poesia si è conservata in una collezione di ''[[Cobla|coblas esparsas]]'' nell'unico [[canzoniere]] [[Lombardia|italiano]].<ref name=bruckner>Bruckner, Shepard, and White, 179.</ref>
 
Chiunque scrisse la composizione, ''Na Carenza al bel cors avinen'' è complessa e si sottrae a una piena comprensione. Bogin arriva addirittura a classificare gli ultimi quattro versi della parte di Carenza come ''[[trobar clus]]'', facendo di essa il secondo caso nella letteratura delle [[trobairitz]] subito dopo quello di [[Lombarda (trobairitz)|Lombarda]].<ref name=bogin145>Bogin, 145.</ref> Il linguaggio è religioso in alcuni punti (''gran penedenza'', grande penitenza) e in altri colloquiale (''las tetinhas'', le mammelle).<ref name=bogin145/> Il riferimento di Carenza al matrimonio con ''Coronat de Scienza'' ("Coronato da conoscenza") ha fatto aggrottare le sopracciglia. L'oscura frase è forse un nome [[Catari|cataro]] o [[gnosticismo|gnostico]] per [[Gesù Cristo]], e forse addirittura un icastico ''senhal'' (significante) ortodosso per [[Dio]].<ref name=bogin145/> Parallela alla dicotomia lessicale colloquiale/religiosa vi è il generale contrasto nel tenore tra le porzioni "serie" e "giocose" del testo. I riferimenti alle mammelle sformate di Carenza sono bilanciati dalla richiesta zelante delle sorelle di risposte alle loro domande in merito alle decisioni maritali.<ref name=bogin144/><ref name=bruckner/>
 
Secondo Bogin, Carenza sta raccomandando alle sue interlocutrici di evitare il matrimonio terreno e "sposare Dio". In base all'interpretazione di Pierre Bec, tuttavia, Carenza raccomanda il matrimonio a un chierico colto, il quale apprezzerà la verginità e dando a lei un figlio glorioso (''filh glorios'').<ref name=bruckner/> [[Renat Nelli]] spiega l'intera ''discussione'' come un esercizio cataro alla rinuncia del mondo, mentre Angelica Rieger la tratta come un ''tenso'' tradizionale che discute il valore del matrimonio.<ref name=bruckner/> Forse l'interpretazione meno convenzionale è stata avanzata da Patrician Anderson, il quale teorizza il componimento come una [[satira]] della ''Midons'' ("mia donna"), la quale sceglie un convento per amor di vanità (un punto importante delle stanze delle sorelle è il sacrificio fisico del matrimonio per la moglie). Carenza perciò rappresenta la vergine, Alais la contadina e Iselda la nobildonna; insieme sono "un'unica donna".<ref name=bruckner/>