Logica: differenze tra le versioni

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La '''logica''' (dal [[Lingua greca antica|greco]] λόγος, ''logos'', ovvero "parola", "pensiero", "idea", "argomento", "ragione", da cui poi λογική, ''logiké'') è lo studio del [[ragionamento]] e dell'[[Argomento (filosofia)|argomentazione]], rivolto in particolare a chiariredefinire la correttezza o meno dei procedimenti [[inferenza|inferenziali]] del [[pensiero]].
 
== Origine del termine ==
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=== Filosofia antica ===
In [[Occidente]], i primi sviluppi di un pensiero logico, che consentisse di spiegare la natura a partire da argomentazioni coerenti e razionali, si sono avuti con i [[presocratici]].
 
[[Pitagora]] riteneva che la [[matematica]] fosse la legge fondamentale del [[pensiero]], una legge che gli dava vita e forma secondo la propria struttura; egli inoltre vedeva nel [[numero]] il fondamento non solo del pensare, ma anche della realtà. Il legame indissolubile tra la dimensione ontologica e quella gnoseologica resterà una costante della [[filosofia greca]]: per [[Parmenide]] e la [[scuola di Elea]], la logica formale di non-contraddizione, che è la regola a cui sottostà ogni pensiero, è infatti anche legge dell'[[Essere]],<ref name=jaspers>«Il [[principio di non-contraddizione]], introdotto da Parmenide per rivelare l'essere stesso, la verità essenziale, fu successivamente impiegato come strumento del pensiero logicamente cogente per qualsiasi affermazione esatta. Sorsero così la logica e la dialettica» (K. Jaspers, ''I grandi filosofi'', pag. 737, trad. it., Milano, Longanesi, 1973).</ref> che ne risulta vincolato in maniera ''necessaria'': «La dominatrice Necessità lo tiene nelle strettoie del limite che lo rinserra tutto intorno; perché bisogna che l'Essere non sia incompiuto».<ref>Parmenide, frammento 1, v. 29, della raccolta ''I presocratici'' di Diels/Kranz.</ref> La tesi parmenidea dell'immutabilità dell'Essere, che «è e non può non essere», fu un primo esempio di logica dei predicati,<ref name=jaspers /> incentrata cioè su una stringente coerenza tra il [[soggetto (filosofia)|soggetto]] e il [[predicato]]; essa venne fatta propria dal suo discepolo [[Zenone di Elea]], il quale ricorrendo all'uso dei [[paradosso|paradossi]] mise in atto una [[dimostrazione per assurdo]] per confutare le obiezioni degli avversari.