Johann Gottlieb Fichte: differenze tra le versioni

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m Das reine Ich
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m Autointuizione
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Il principio della scienza va ricercato restando nell'ambito del [[criticismo]], cioè partendo dalla coscienza [[trascendentale]]. Questo principio non può essere la [[rappresentazione (filosofia)|rappresentazione]] di Reinhold, perché questa si presenta come un ''fatto'' privo di spiegazione. Ogni fatto va invece ricondotto al motivo, alla ragione del suo costituirsi, ovvero all'''atto'' che lo pone. La filosofia per Fichte è dunque muovere dal condizionato, cioè dal contenuto della [[coscienza (filosofia)|coscienza]], per ricercare le condizioni che la rendono possibile.
 
All'origine della coscienza Fichte pone l'intuizione dell'[[Io]], assimilandola all<nowiki>'</nowiki>''[[io penso]]'' di Kant e all'intuizione della legge morale kantiana. Questa, l'autointuizionecome dell' [[Io]]autointuizione, che deve essere un atto assolutamente incondizionato, altrimenti non sarebbe il principio primo: è quindi un fondamento che si pone da sé; ed è un atto perché il suo essere è essenzialmente un ''porsi''. Esso è dunque al contempo un conoscersi e un agire: «''Io non sono se non attività.[...] Io debbo nel mio pensiero partire dall'Io puro e pensarlo come di per sé assolutamente attivo: non come non come determinato dalle cose, ma come determinante le cose''.» <ref>J. G. Fichte, ''Seconda introduzione alla Dottrina della scienza, per lettori che hanno già un sistema filosofico'', 1798 (Grande Antologia Filosofica, Marzorati, Milano, 1971, vol. XVII, pagg. 962-964)</ref>.
Conoscendosi, l'Io si trova nel punto in cui pensante e pensato sono presenti come la medesima realtà. Soggetto e oggetto vengono cioè a coincidere e non hanno più una connotazione che li differenzia: è questo il cuore dell'Idealismo di Fichte.