Alfredo Ottaviani: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 51:
 
Anche durante il pontificato di [[Pio XII]], si dimostrò fermo nelle sue posizioni, battendosi quando fu necessario e preparando anche scomuniche contro gli oppositori [[comunismo|comunisti]] e i cattolici progressisti italiani, fautori tedeschi e francesi della nuova teologia, [[prete operaio|preti operai]], inventori del catechismo liberale. Ottaviani fu tuttavia, anche per le sue mai dimenticate radici popolari, un uomo di grande sensibilità pastorale, in particolare con i ragazzi e i giovani dell'oratorio di San Pietro, per i giovani che bighellonavano a Trastevere e nei pressi del [[Vaticano]] per i quali si prodigava quotidianamente, pagando le rette per lo studio, le tasse per lo sport: per i giovani fu come un padre sollecito ed affettuoso.
 
[[File:DanteJOHNXXIII.jpg|sinistra|miniatura|Da sinistra a destra: [[Enrico Dante]], [[papa Giovanni XXIII]], il cardinale Ottaviani]]
Questa sua presenza tra i giovani non era un diversivo per superare la stanchezza tediosa delle carte d'ufficio e degli impegni burocratici, ma un'esigenza che scaturiva spontanea, intenzionale e generosa da un programma sacerdotale: era una "prestazione comandata" della sua vocazione<ref>''Ibidem''</ref>. La convocazione del [[Concilio Vaticano II]] ad opera di [[papa Giovanni XXIII]], la riforma della [[Curia romana|Curia]], l'inizio dell'attività del [[Sinodo episcopale]], furono forse per un uomo con le sue convinzioni, uno strappo eccessivo. Fu tra i ''leader'' dell'ala conservatrice del [[Coetus Internationalis Patrum]]. Tra i suoi interventi vi fu, nel [[1962]], la redazione dell'attento documento ''[[Crimen sollicitationis]]'', riservato a tutti i [[Vescovo|Vescovi]], tramite il quale essi venivano istruiti sulle modalità di gestione dei [[casi di pedofilia all'interno della Chiesa cattolica]].
 
Questa sua presenza tra i giovani non era un diversivo per superare la stanchezza tediosa delle carte d'ufficio e degli impegni burocratici, ma un'esigenza che scaturiva spontanea, intenzionale e generosa da un programma sacerdotale: era una "prestazione comandata" della sua vocazione<ref>''Ibidem''</ref>. La convocazione del [[Concilio Vaticano II]] ad opera di [[papa Giovanni XXIII]], la riforma della [[Curia romana|Curia]], l'inizio dell'attività del [[Sinodo episcopale]], furono forse per un uomo con le sue convinzioni, uno strappo eccessivo. Fu tra i ''leader'' dell'ala conservatrice del [[Coetus Internationalis Patrum]]. Tra i suoi interventi vi fu, nel [[1962]], la redazione dell'attento documento ''[[Crimen sollicitationis]]'', riservato a tutti i [[Vescovo|Vescovi]], tramite il quale essi venivano istruiti sulle modalità di gestione dei [[casi di pedofilia all'interno della Chiesa cattolica]]. In esso fu prevista, per gli episodi più gravi, la [[scomunica]] per coloro che non vi si fossero attenuti. Il documento fu approvato dall'allora pontefice [[Giovanni XXIII]]. Nominato dal Papa presidente della Commissione Dottrinale, Ottaviani vide attuarsi, specialmente nelle ''applicazioni distorte'' del Concilio, alcune delle posizioni che più aveva osteggiato e temuto (abusi liturgici, storture dottrinali, ecc.). Egli fu più o meno tacitamente ostile anche alla riforma del Sant'Uffizio e all'abolizione dell'[[Indice dei libri proibiti]] e del [[giuramento]] [[antimodernismo|antimodernista]]. Così, l'8 gennaio [[1968]]<ref>[[Roma (quotidiano)|Roma]], 9 gennaio 1968, pagina 1.</ref> rassegnò le dimissioni.
Presiedette anche la [[Pontificia commissione per il controllo della popolazione e delle nascite]].
 
Presiedette anche la [[Pontificia commissione per il controllo della popolazione e delle nascite]].
In esso fu prevista, per gli episodi più gravi, la [[scomunica]] per coloro che non vi si fossero attenuti. Il documento fu approvato dall'allora pontefice [[Giovanni XXIII]]. Nominato dal Papa presidente della Commissione Dottrinale, Ottaviani vide attuarsi, specialmente nelle ''applicazioni distorte'' del Concilio, alcune delle posizioni che più aveva osteggiato e temuto (abusi liturgici, storture dottrinali, ecc.). Egli fu più o meno tacitamente ostile anche alla riforma del Sant'Uffizio e all'abolizione dell'[[Indice dei libri proibiti]] e del [[giuramento]] [[antimodernismo|antimodernista]]. Così, l'8 gennaio [[1968]]<ref>[[Roma (quotidiano)|Roma]], 9 gennaio 1968, pagina 1.</ref> rassegnò le dimissioni.
 
Nel settembre del [[1969]] Ottaviani firmò, insieme al cardinal [[Antonio Bacci]], una lettera con un opuscolo, noto come [[Breve esame critico del Novus Ordo Missae]] (scritto principalmente dal [[teologo]] [[Ordine dei frati predicatori|domenicano]] [[Michel Guérard des Lauriers]]), a [[papa Paolo VI]], nella quale esprimeva la propria opposizione alla [[riforma liturgica]] e, in specie, al [[messale|nuovo messale romano]] o ''Novus Ordo Missae'', allora in procinto di entrare in vigore<ref>[http://www.maranatha.it/Miscel/docum/ottaviani.htm Testo completo dell'intervento qui]</ref>. Nel [[1970]] fu nominato gran priore dell'Ordine Militare del Santissimo Salvatore di Santa Brigida di Svezia e insignito del gran collare dell'Ordine. Morì nella [[Città del Vaticano]] il 3 agosto [[1979]]. Le sue esequie furono celebrate da [[papa Giovanni Paolo II]] il 6 agosto, giorno in cui un anno prima, come ricordò [[Giovanni Paolo II]], nella medesima ora moriva [[papa Paolo VI]]. È sepolto nella [[chiesa di San Pietro in Borgo]], nota anche come chiesa di San Salvatore in Ossibus.