Delio Cantimori: differenze tra le versioni
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→Biografia: Consecutio temporum: "prende" ... "si trasferì". Visto che seguono vari passati remoti, correggo in "prese" e così successive discrasie. Poi, è ammissibile il passaggio al presente storico: "...si avvicina al ...". |
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Si [[laurea|laureò]] il 21 giugno [[1928]] discutendo col Saitta la [[tesi]] ''[[Ulrich von Hutten|Ulrico di Hutten]] e le relazioni tra Rinascimento e [[Riforma protestante|Riforma]]'', che [[pubblicazione|pubblicò]] nel [[1930]] con qualche rimaneggiamento e con il titolo ''[[Ulrich von Hutten]] e i rapporti tra Rinascimento e Riforma''.<ref>Roberto Pertici, ''Mazzinianesimo, fascismo, comunismo: l'itinerario politico di Delio Cantimori (1919-1943)'', Milano, Jaca Book, 1997, p. 141.</ref> Rappresentava il deciso virare degli interessi del Cantimori allo studio del [[Rinascimento]], già annunciato nel [[1927]] con ''Il caso Boscoli e la vita del Rinascimento'', pubblicato nel «[[Giornale critico della filosofia italiana]]», e alle ricerche sul [[Movimenti ereticali|movimento ereticale]] sviluppatosi nel Rinascimento italiano, espressione della complessità conflittuale del rapporto che univa nel [[XVI secolo|Cinquecento]] la [[cultura]] alla [[società civile]]. Nello stesso segno vanno le sue ''Osservazioni sui concetti di cultura e di storia della cultura'' ([[1928]]), il ''[[Bernardino Ochino]], uomo del Rinascimento e [[riformatore]]'' ([[1929]]), e il saggio ''Sulla storia del [[concetto]] di Rinascimento'' ([[1932]]).
Nel [[1929]] vinse il concorso per la [[cattedra]] di storia e filosofia per i licei e divenne insegnante al [[liceo classico]] Dettòri di [[Cagliari]], dove ha, tra i suoi allievi, il futuro [[romanziere]] [[Giuseppe Dessì]]. Nel [[1931]]
Nel 1934 [[Giovanni Gentile]] gli offrì il posto di assistente all'[[Istituto Italiano di Studi Germanici]] di [[Roma]]
Nel 1939
Verso la fine degli anni trenta si avvicina al [[Partito Comunista d'Italia]], anche per l'influenza della moglie [[Emma Mezzomonti]], militante comunista. Nel [[1940]] collabora con il [[Dizionario di politica]] del PNF<ref>Alessia Pedio, ''La cultura del totalitarismo imperfetto. Il Dizionario di politica del Partito nazionale fascista'', Unicopli, Milano, 2000, pagina 254</ref>.
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Interrotto l'insegnamento nel periodo della [[Repubblica di Salò]], riprende il suo posto alla Normale nel [[1944]], con la nomina di [[Luigi Russo]] a direttore della Scuola. Nel [[1948]] si iscrive al PCI, da cui esce nel [[1956]] in seguito ai [[Rivoluzione ungherese del 1956|fatti d'Ungheria]]. In questo periodo è [[consulente]] editoriale per [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], scrive sul "[[Il Politecnico (rivista)|Politecnico]]" e su "[[Società (rivista)|Società]]". Tra il [[1951]] e il [[1952]] traduce con la moglie il primo libro del ''[[Il Capitale|Capitale]]'' di [[Karl Marx]]. Dopo l'uscita dal PCI i suoi interessi si allontanano dall'attualità e si orientano di nuovo allo studio del [[XVI secolo|Cinquecento]].
== Biblioteca ed archivio personale ==
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