Semiotica: differenze tra le versioni

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[[File:Charles Sanders Peirce.jpg|thumb|Charles Sanders Peirce]]
Saussure nel 1916 identificava la semiotica come "la scienza che studia la vita dei segni nel quadro della vita sociale". Questa definizione, come sottolinea Eco nel ''Trattato di semiotica generale'', ha contribuito allo sviluppo di una coscienza semiotica, anticipando e influenzando ogni successivo tentativo di inquadrare la disciplina. È nota la concezione di "segno" per Saussure, ovvero il concetto di entità a due facce, significante e significato. La differenza tra questa definizione e quella di Peirce, secondo Eco, risiede nel fatto che se il segno per Saussure ha a che vedere con un artificio comunicativo tra soggetti umani, i tre protagonisti della semiosi perciana invece sono tre "astratte entità semiotiche" in un rapporto di dialogo che non prevede necessariamente una mente umana.
 
La definizione di relazione segnica o ''semiosi'' di Peirce avviene fra tre elementi: un ''Representamen'', la parte materiale del segno; un ''Oggetto'', il referente a cui il segno fa riferimento; e un ''Interpretante'', ciò che deriva o viene generato dal segno. Il punto di partenza della semiosi di Peirce è nella realtà esterna (dove in Saussure il Referente aveva invece un ruolo solo accessorio nel definire la relazione tra il significante e il significato). L'Oggetto quale è nella realtà viene definito da Peirce ''Oggetto dinamico''. A partire dall'oggetto dinamico si definisce quello che Peirce chiama l'Oggetto Immediato che sembra corrispondere al significato di Saussure. Infatti l'oggetto immediato nasce dal 'ritagliare' o dal mettere in rilievo alcune delle caratteristiche dell'oggetto dinamico, quindi dell'oggetto reale. Questo vuole dire che l'oggetto immediato ci dà dell'oggetto dinamico solo una prospettiva tra le tante possibili; nel segno quindi il representamen (significante) ritaglia o identifica attraverso l'oggetto immediato (significato) un particolare punto di vista sull'oggetto dinamico (referente).