Guglielmo I d'Orange: differenze tra le versioni

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Il cattolico francese [[Balthasar Gérard]] era un sostenitore di Filippo II e, secondo la sua opinione, Guglielmo d'Orange era uno dei peggiori traditori del re di Spagna e della religione cattolica. Dopo che Filippo II aveva dichiarato Guglielmo fuorilegge ed aveva promesso una taglia di 25.000 corone per il suo assassinio, egli decise di riscuotere questa taglia uccidendo Guglielmo d'Orange ed iniziò a viaggiare per i Paesi Bassi alla sua ricerca. Egli prestò servizio nelle armate del governatore del [[Lussemburgo]], [[Peter Ernst I von Mansfeld-Vorderort]] per due anni, sperando di avvicinarsi a sufficienza a Guglielmo; questo non avvenne mai e perciò Gérard decise di lasciare l'esercito nel [[1584]]. Egli si recò dal duca di Parma per esporgli i suoi piani, ma il duca non ne venne impressionato a sufficienza da dargli credito. Nel maggio del [[1584]], egli si presentò a Guglielmo come un nobile francese per consegnargli il sigillo del conte di Mansfelt. Guglielmo inviò Gérard in [[Francia]] per donare il sigillo ai francesi in segno di amicizia, ma quando questi ritornò nei Paesi Bassi nel luglio di quello stesso anno portò con sé due pistole.
 
Il 10 luglio Gérard prese un appuntamento con Guglielmo d'Orange nella sua casa di [[Delft]], oggi conosciuta col nome di ''[[Prinsenhof]]'', il giorno in cui Guglielmo aveva per ospite a cena [[Rombertus van Uylenburgh]]. Dopo che Guglielmo ebbe lasciato la cena,teerminato scese le scale per incontrare Gérard che gli sparò colpendolo al petto.
 
Secondo il resoconto ufficiale,<ref>Preso dal resoconto degli Stati Generali del 10 luglio 1584, citato in J.W. Berkelbach van der Sprenkel, ''De Vader des Vaderlands'', Haarlem 1941, p. 29: "''Ten desen daghe es geschiet de clachelycke moort van Zijne Excellentie, die tusschen den een ende twee uren na den noen es ghescoten met een pistolet gheladen met dry ballen, deur een genaempt Baltazar Geraert... Ende heeft Zijne Excellentie in het vallen gheroepen: Mijn God, ontfermpt U mijnder ende Uwer ermen ghemeynte (Mon Dieu aiez pitié de mon âme, mon Dieu, aiez pitié de ce pouvre peuple)''".</ref> le ultime parole di Guglielmo furono:<ref>Anche se è credenza comune ormai tra gli storici che anche questa sia stata una diceria di propaganda. Vedi Charles Vergeer, "De laatste woorden van prins Willem", ''Maatstaf'' 28 (1981), no. 12, pp. 67-100.</ref>