Dialetto anconitano: differenze tra le versioni

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* seppur in via di regresso, la [[palatalizzazione]] di "s" preconsonantica, considerata anch'essa "rustica" e ormai vitale solo presso gli abitanti più anziani e periferici (''štrada'', ''rišpettà'', ecc.);
* le vocali di inizio parola subiscono l'aferesi se seguite da due o più consonanti ('<nowiki/>''mazzà < ''ammazzare,''''' '<nowiki/>'''spetà <'' aspettare);
* rafforzamento di "l" intervocalico (''Itaglia'' per "Italia", ''Erziglia'' per "Ersilia",'' Giuglià ''per "Giuliano"), ciò si ha tuttavia anche nella zona della Provincia di Pesaro e Urbino, quindi risulta esteso un po' in tutte le Marche;
* la mancanza dell'articolo per introdurre il nome di persona femminile, vitale fino a Montemarciano, nonché nelle aree perugina, aretina e fiorentina e senese: perciò ad Ancona non si avrà ad es. ''c'è la Giovanna'', bensì, ''c'è Giovanna''; altra forma tipicamente centro-meridionale è la resa del diminutivo di Giuseppe in ''Peppe'' anziché in ''Beppe'' come al nord;
* per quanto riguarda i nomi di persona maschili, un uso tipicamente marchigiano ed anche anconetano consiste nella loro apocope nell'uso anche non al vocativo: ad es. ''me chiamo Francé'' per "mi chiamo Francesco", ''ho chiamato a Giovà'' per "ho chiamato Giovanni", ecc;
* le forme ''nialtri'', ''vuialtri'' (nella forma più "pura" ''niantri'' e ''vuiantri'') in aggiunta a ''no'' e ''vo'', come rafforzativi dei pronomi di 1° e 2° persona plurale (cfr. romanesco ''noantri'');
* la posticipazione del possessivo: ''il cane mio, la scola vostra'':; si evidenzia così una differenza marcata col toscano e l'umbro, dove invece si verifica in modo sistematico l'anticipazione del possessivo in tutti i vocaboli (''il mi' cane'', ''la mi' casa''), mentre ad Ancona e nel resto delle Marche centrali essa si verifica solo con i nomi di parentela (''mi' padre'', ''tu' madre'', ecc.);
* nei verbi si ha spesso identica uscita della 3ª persona singolare e 3° plurale, per cui si ha ad es. ''loro è andati'', che convive con ''ène andati'': ciò si riscontra anche nell'italiano colloquiale di tutte le Marche, tranne che nel Pesarese, e in particolare l'isoglossa è al di sotto della linea [[Montemarciano]]-[[Pergola (Italia)|Pergola]];
* gli infiniti che in latino erano della IIª coniugazione e in lingua terminano in ''-orre'' e in ''-urre'' oppure sono passati alla IIIª coniugazione, in anconitano terminano in ''-one'' e in ''-uce'' (''nun me poi impone de conduce la discussió'' = non mi puoi imporre di condurre la discussione; ''ogi nisciuno sa più usà la machina da cuge'' = oggi nessuno sa più usare la macchina da cucire)<ref>Carla Marcellini (a cura di) Dizionario dei dialetti dell'Anconetano Il lavoro editoriale editore Ancona 1996</ref>;