Fare San Martino: differenze tra le versioni

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== Origini ==
L'origine di questa espressione risale ad alcuni secoli or sono e aveva un riscontro pratico sino a qualche decennio fa, quando una significativa parte della popolazione attiva della [[pianura padana]] era occupata nel settore [[agricoltura|agricolo]] in qualità di [[Bracciante agricolo|braccianti]] o [[Mezzadria|mezzadri]].<ref>{{cita web |url=http://www.gerenzanoforum.it/pagine_web/storie/cristina%20volonte/novembre/novembre_cris_05.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=20 settembre 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070518040439/http://www.gerenzanoforum.it/pagine_web/storie/cristina%20volonte/novembre/novembre_cris_05.htm |dataarchivio=18 maggio 2007 }}</ref>
 
L'anno lavorativo dei contadini terminava agli inizi di novembre, dopo la [[semina]]. Qualora il [[datore di lavoro]], proprietario dei campi e della [[cascina a corte|cascina]], non avesse rinnovato il contratto con il contadino per l'anno successivo, questi era costretto a trovare un nuovo impiego altrove, presso un'altra cascina. All'epoca, in assenza di efficienti mezzi di trasporto, il lavoro era organizzato in modo tale che il contadino abitasse sul luogo di lavoro in un'abitazione messa a disposizione dal padrone del fondo agricolo. Un cambio di lavoro comportava quindi un trasloco per il contadino e la sua famiglia. La data scelta per il trasferimento, per tradizione e per ragioni climatiche ([[estate di San Martino]]), era quasi sempre l'11 novembre, giorno in cui la [[Chiesa cattolica|Chiesa]] ricorda [[Martino di Tours|San Martino di Tours]]. In molte località, la piazza dove contadini e proprietari si ritrovavano in tale data al fine di stipulare i contratti per l'anno seguente era spesso quella di fronte all'omonima chiesa o ha preso successivamente il nome di "piazza San Martino".
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L'espressione potrebbe avere avuto origine dal borgo di [[Bozzolo]], nel [[mantova]]no, dove ogni anno si celebra un'antica [[fiera]], concessa da [[Pirro Gonzaga]] (1490-1529), signore del luogo.<ref>[http://www.fieradisanmartino.it/ Fiera di San Martino.]</ref>
 
Un riscontro storico della diffusione di questa locuzione è legato alla [[battaglia di Solferino e San Martino]]. Si tramanda che il re [[Vittorio Emanuele II d'Italia|Vittorio Emanuele II]], preoccupato per l'andamento della [[battaglia di San Martino]], si fosse rivolto nel comune dialetto ad una formazione di soldati piemontesi della Brigata "Aosta", di passaggio da [[Lonato del Garda|Castelvenzago]], con la celebre frase: «''Fieuj, o i pioma San Martin o j'auti an fa fé San Martin a noi!''»<ref>[http://books.google.it/books?id=arsznAeIDIMC&pg=PA213&lpg=PA213&dq=Fioeui,+o+i+piuma+San+Martin+o+i+auti+an+fa+f%C3%A9+San+Martin+a+nui!%C2%BB&source=bl&ots=225mLfV5vf&sig=OqodyjOE6EP8sKhRufCo91MeO0U&hl=it&sa=X&ei=YvlCUcD3FsWSswbptYCQCg&ved=0CEEQ6AEwBA#v=onepage&q=Fioeui%2C%20o%20i%20piuma%20San%20Martin%20o%20i%20auti%20an%20fa%20f%C3%A9%20San%20Martin%20a%20nui!%C2%BB&f=false Paolo Brera e Andrea Carlo Cappi, ''Il visconte'', pag. 213]</ref> <ref>[http://www.memoriaviva-canelli.it/sito/?page_id=107 Memoriaviva-Canelli: Frasi per l'Italia unita] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131224093054/http://www.memoriaviva-canelli.it/sito/?page_id=107 |data=24 dicembre 2013 }} </ref> («Ragazzi, o prendiamo [[San Martino della Battaglia|San Martino]] o gli altri fan fare San Martino a noi!»).
 
==Note==