Giuseppe Volpi: differenze tra le versioni

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praticamente riscritta tutta la prima parte, fino al 1905
città i n cui ha lavorato ErnestoVolpi
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== Biografia ==
Terzo figlio di Ernesto (nato nel 1845), che partecipò giovanissimo (all'età di 15-16 anni) come garibaldino alle battaglie della guerra d'indipendenza del 1860 e che divenne poi ingegnere civile, lavorando in diversi parti del paese (Siena, Pisa, Salerno Foggia, Milano) prima di stabilirsitornare a Venezia, dove era nato nel 1845 e dove svolse le sue mansioni per conto del Comune, e di Luigia Adriana Emilia De Mitri, appartenente alla piccola nobilita di provincia. Il fratello maggiore, Giovanni, morì a Adua il 1° marzo 1896, mentre la sorella Maria si sarebbe sposata con un ufficiale dell'esercito. Rimasto dapprima orfano di madre all'età di 9 anni e poi di padre, nel 1897, quando aveva iniziato gli studi in giurisprudenza all' università di Padova, iniziòavviò una serie di attività economiche. Dapprima potenziò e migliorò due pubblicazioni a carattere economico-commerciale, la Guida economico-commerciale di Venezia e la Guida economico-commerciale del Veneto, fondate dal padre nei primi anni Ottanta. Nel contempo divenne l'agente per Venezia di un'importante società assicurativa francese, l'Urbaine. Nel 1899 costituì la sua prima società, la Volpi & C., che fu anche la sola che portò il suo nome fra tutte quelle che avrebbe fondato lungo l'intera carriera di imprenditore. L'impresa operava nell'import-export di prodotti agricoli con l'Ungheria e fu a lungo l'unica società italiana ufficialmente riconosciuta per tali attività dal Museo Commerciale Ungherese, la struttura del ministero del Commercio ungherese che si occupava di sviluppare i contatti economico-commerciali con l'estero. Nel 1899, secondo una fonte proveniente dall'archivio familiare, costituì a Belgrado la Banca Italo-Serba. Grazie all'insieme di attività riuscì ad accumulare una piccola fortuna (dal padre ereditò molto poco, se si esclude la casa di famiglia all'angolo del canale in Campo dei Frari), che negli anni successivi investì con molta cautela in altre attività. Negli stessi anni aveva costituito con un amico, l'avvocato Giovanni Pantaleo, una società mineraria per lo sfruttamento di un giacimento di antracite in Carnia. Le prospettive non dovevano essere male, se Volpi riuscì a convincere Papadopoli a divenire socio della società versando 250 mila lire.
 
Abile nel costruirsi una rete di contatti sia in Italia che all'estero (tra l'altro fu dapprima, nel 1903, vice-console e poi, dal 1903, console onorario di Serbia ), divenne, ancora molto giovane, il punto di riferimento per un gruppo di imprenditori, uomini d'affari e possidenti veneziani (Piero Foscari, Nicolò Papadopoli, Amedeo Corinaldi, Ruggero Revedin, Roberto Paganini) per diverse iniziative economiche. All'estero la più importante si concretizzò in Montenegro tra il 1902 e il 1903, quando Volpi aveva appena 25-26 anni. Subentrando ad un ambizioso progetto avviato da Foscari che prevedeva la costruzione di una ferrovia, di un porto, lo sfruttamento di miniere e risorse forestali, Volpi realizzò un vasto accordo con il governo montenegrino, trattando direttamente con re Nicola, padre della Regina Elena, e con il principe Danilo, oltre che con i ministri competenti.Nel1903 venne costituita la Cointeressenza dei Tabacchi del Montenegro, una società di cui Volpi divenne amministratore delegato, che garantiva alle casse dello stato balcanico entrate sicure dall'attività di coltivazione del tabacco, una delle risorse più ricche del paese, mentre l'impresa produceva in esclusiva tabacco e sigari per le esportazioni nei due stabilimenti aperti a Antivari e a Podgorica. Due anni più tardi, nel 1905, venne fondata la Compagnia di Antivari, di cui Volpi fu direttore e poi amministratore delegato. Tale società si incaricò di svolgere i complessi lavori per la realizzazione del porto di Antivari (oggi Bar) e per la costruzione di una ferrovia che dal porto sarebbe risalita fino a Viz Bazar, una località sul lago di Scutari, dove le merci avrebbero proseguito per raggiungere la linea ferroviaria, all'epoca in costruzione che doveva collegare Vienna e i Balcani a Costantinopoli. In entrambe le operazioni Volpi venne sostenuto dalla Banca Commerciale Italiana. Nei primi anni del secolo Volpi aveva conosciuto Giuseppe Toeplitz, all'epoca direttore centrale dell'istituto di credito inviato a Venezia per aprire la locale filiale della banca milanese, e attraverso di lui era entrato in una relazione umana e professionale molto stretta con l'amministratore delegato della banca, Otto Joel.