Gildo De Stefano: differenze tra le versioni
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{{Quote| Il mondo e gli uomini possono cambiare se ci si trasforma in artisti. L’arte della vita è creare e ricreare sé e il mondo che ci circonda attraverso passaggi di sofferenza, di dolore, di ricerca, di rinuncia e di soddisfazioni. Sono fermamente convinto, e lo dico alle nuove generazioni, che si debba andare oltre il vivere solamente per sé. A ogni artista della vita si chiede di accettare, proprio come i jazzisti, tutta la responsabilità del risultato della sua opera, raccogliendone i meriti e le colpe. Essere artisti creativi è difficile. Così ‘l’urlo silenzio’ delle nuove generazioni si esprime anche attraverso l’improvvisazione, ma anche le incisioni, le bruciature, le escoriazioni e le lacerazioni del proprio corpo che le persone della società liquida si autoinfliggono come forma di regolazione delle proprie tensioni. Mi viene da pensare proprio a quei grandi jazzisti del passato che attraverso la droga si illudevano di trovare la loro fonte di ispirazione<ref>Una storia sociale del [[jazz]], Mimesis Editore, [[Milano]] 2014</ref>}}
Tiene
Negli [[Anni 90|anni novanta]] vince un Premio Nazionale di Giornalismo indetto dal [[Ministero dei lavori pubblici]], ed entra nella rosa dei finalisti del [[Premio Italo Calvino]] per gli scritti inediti. La sua raccolta di racconti, ''È troppo tardi per scappare,'' è presente nella ''[[Biblioteca Digitale sulla Camorra e Cultura della Legalità]], ''a cura del Dipartimento Scienze Umanistiche dell'[[Università "Federico II"|Università "Federico II]]".
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