Gildo De Stefano: differenze tra le versioni

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{{Quote| Il mondo e gli uomini possono cambiare se ci si trasforma in artisti. L’arte della vita è creare e ricreare sé e il mondo che ci circonda attraverso passaggi di sofferenza, di dolore, di ricerca, di rinuncia e di soddisfazioni. Sono fermamente convinto, e lo dico alle nuove generazioni, che si debba andare oltre il vivere solamente per sé. A ogni artista della vita si chiede di accettare, proprio come i jazzisti, tutta la responsabilità del risultato della sua opera, raccogliendone i meriti e le colpe. Essere artisti creativi è difficile. Così ‘l’urlo silenzio’ delle nuove generazioni si esprime anche attraverso l’improvvisazione, ma anche le incisioni, le bruciature, le escoriazioni e le lacerazioni del proprio corpo che le persone della società liquida si autoinfliggono come forma di regolazione delle proprie tensioni. Mi viene da pensare proprio a quei grandi jazzisti del passato che attraverso la droga si illudevano di trovare la loro fonte di ispirazione<ref>Una storia sociale del [[jazz]], Mimesis Editore, [[Milano]] 2014</ref>}}
 
Tiene dei corsi di ''Civiltà Musicale Afroamericana'' e Laboratori di [[Scrittura creativa]] in diverse sedi universitarie e conservatori italiani, quali - tra l'altro - il [[Conservatorio di San Pietro a Majella]] e l'Istituto Culturale del Mezzogiorno entrambi di [[Napoli]]. Sicuramente è il massimo esperto italiano di [[ragtime]], di cui è autore delle 2 uniche ''Storia del [[ragtime]]'' in lingua italiana, pubblicata dalla Marsilio Editori di [[Venezia]] e dalla SUGARCO Edizioni di [[Milano]], e uno dei maggiori esperti di [[Jazz]] in Italia, analizzando tale argomento soprattutto sotto il profilo squisitamente socio-antropologico come si evince dal suo libro del 1986, la prima antropologia dei neri d'America in lingua italiana, ripercorsa successivamente con il libro del 2014, con l'autorevole prefazione del grande pensatore [[Zygmunt Bauman]].
 
Negli [[Anni 90|anni novanta]] vince un Premio Nazionale di Giornalismo indetto dal [[Ministero dei lavori pubblici]], ed entra nella rosa dei finalisti del [[Premio Italo Calvino]] per gli scritti inediti. La sua raccolta di racconti, ''È troppo tardi per scappare,'' è presente nella ''[[Biblioteca Digitale sulla Camorra e Cultura della Legalità]], ''a cura del Dipartimento Scienze Umanistiche dell'[[Università "Federico II"|Università "Federico II]]".