Strage di Piazzale Loreto: differenze tra le versioni

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# Umberto Fogagnolo ([[Ferrara]], 2 ottobre [[1911]]), ingegnere alla Ercole Marelli di Sesto San Giovanni. Dopo l’armistizio, in collegamento con i vari partiti del CLN di Milano, dirige e coordina il movimento clandestino della Ercole Marelli e delle fabbriche di Sesto San Giovanni; rappresenta il [[Partito d'Azione]] nel CLN sestese. Cura l’invio in montagna e in Svizzera di prigionieri alleati, di ricercati politici e di partigiani. Insieme a Giulio Casiraghi, organizza gli scioperi del marzo 1943 e del marzo 1944. Nella primavera del 1944 è attivissimo in azioni di sabotaggio a Milano, nel lecchese e nella zona di Novara. Per la scelta di obiettivi strategici è consulente delle formazioni partigiane di montagna e il suo parere è decisivo. Si reca personalmente, a rischio della propria vita, dall’allora questore Mendia, a nome dl CLN, riuscendo a far liberare cinque patrioti, detenuti a San Vittore. Arrestato il 13 luglio 1944<ref>Archivio di Stato di Milano, Corte d'Assise Straordinaria, busta 64, Processo Girardelli, pag. 4.</ref> nel suo ufficio, da fascisti e SS dipendenti dall'ufficio dello SS-Scharfuhrer Werning, responsabile della Sicherungskompanie di Monza, dove viene incarcerato ed è ripetutamente torturato. Trasferito a San Vittore l'8 agosto 1944. Medaglia d'argento al valore militare alla memoria.<ref>{{cita web|autore=Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia|url=http://www.italia-liberazione.it/ultimelettere/ultimelettereanagrafe.php?ricerca=239&presentazione=1 |titolo=Umberto Fogagnolo|accesso=13 dicembre 2011}}</ref>.
# Tullio Galimberti (Milano, 31 agosto [[1922]]), impiegato. Appartenente alle formazioni Garibaldi con compiti di collegamento e raccolta di armi (membro della 3ª brigata d'assalto Garibaldi Gap "Egisto Rubini", secondo il martirologio compilato nell'immediato dopoguerra a cura dell'Anpi provinciale milanese). Arrestato durante un incontro clandestino in [[piazza San Babila]] alla fine del giugno 1944 da agenti della SS germanica e italiana. Tradotto alle carceri di San Vittore.
# [[Vittorio Gasparini]] ([[Ambivere]], 30 luglio [[1913]]), laureato in economia e commercio, antifascista cattolico, capitano degli alpini. Dirigente della Bomprini Parodi Delfino a Roma, accettò di dirigere lo stabilimento di Montichiari per coprire la sua attività di responsabile di una missione dell’OSS (Office of Strategic Service) della V Armata americana. D’intesa con gli americani, aveva allestito un centro radio clandestino in piazza Fiume (l’attuale piazza della Repubblica), a Milano, che trasmetteva radiomessaggi agli Alleati. La stazione radio venne individuata dalle SS<ref>cfr. l'Eco di Bergamo 11/8/1998</ref> e i due operatori presenti al momento dell’irruzione si gettarono dalla finestra per sottrarsi alla cattura. Uno dei due morì, l’altro, gravemente ferito, interrogato in ospedale, fu indotto a rivelare i nomi dei compagni da soldati italiani travestiti da partigiani. Così Gasparini venne arrestato ai primi di giugno e interrogato a Brescia; nello stesso giorno, fu ricondottocondotto a Milano e imprigionato nel carcere di San Vittore. Torturato per giorni, non riuscirono a farlo parlare. Fu, infine, fucilato in piazzale Loreto (Medaglia d'oro al valore militare alla memoria) ([[Medaglia d'oro al valore militare]] alla memoria).<ref>{{cita web|autore=Ministero della Difesa - Marina Militare|url=http://www.marina.difesa.it/storia/movm/parte07/Bio07/MOVM719b.asp|titolo=Vittorio GASPARINI - Capitano degli Alpini'|accesso=16 giugno 2009}}</ref>.
# Emidio Mastrodomenico ([[San Ferdinando di Puglia]], 30 novembre [[1922]]), agente di PS al commissariato di [[Lambrate]]. Collegato con il movimento resistenziale (capo dei [[Gruppi di azione patriottica|GAP]]), è catturato il 29 luglio (il 16 aprile secondo ''[[l'Unità]]''<ref>''L'Unità'', 11 ottobre 1964, Font. 18, 101.</ref>) 1944 in piazza Santa Barbara da agenti della SIPO-SD e incarcerato a San Vittore.
# Angelo Poletti ([[Linate al Lambro]], 20 giugno [[1912]]) operaio presso l'[[Isotta Fraschini]] e militante socialista, dopo una breve esperienza partigiana in [[Val d'Ossola]] rientra a Milano dove dirige il gruppo da cui nascerà la 45ª Brigata Matteotti. Ferito ad una gamba e arrestato il 19 maggio 1944<ref>{{cita web|autore=Chi era costui|url=http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/scheda.asp?ID=3822|accesso=16 giugno 2009}}</ref> da militi fascisti mentre si trovava al lavoro, subì sevizie e torture in carcere.<ref>{{cita web|autore=Associazione Nazionale Partigiani d'Italia|url=http://www.anpi.it/uomini/temolo_libero.htm|titolo=Angelo Poletti|accesso=29 giugno 2008}}</ref>