Norma (scienze sociali): differenze tra le versioni

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In virtù della loro dimensione prescrittiva, le norme rappresentano il sistema di [[aspettativa (sociologia)|aspettative]] che il gruppo ha rispetto a coloro che ne fanno parte. Per es. il fatto che sulle strade italiane tutti i veicoli circolino sulla corsia destra è conseguenza di una norma sociale appresa; ciò nonostante gli individui non sempre si adeguano in modo automatico e spontaneo. Il codice della strada infatti impone norme formali che non sempre vengono applicate dagli attori sociali. Potremmo quindi sostenere che a fianco delle norme formali che organizzano e strutturano un determinato campo sociale ve ne sono altre, che potremmo definire ''informali'' o ''pratiche'', le quali nascono dall'interazione dell'attore sociale con una situazione reale nella quale mette in atto norme pratiche generate a partire dalle norme formali. Per es. benché il codice della strada prescriva il parcheggio nelle sole aree abilitate, in determinate situazioni la gente parcheggia come può. È evidentemente impossibile considerare questo comportamento (o molti altri di questo genere) come un'azione a-sociale, proprio a causa del fatto che questi comportamenti sono socialmente diffusi. Così, questi comportamenti indicano l'esistenza di scarti tra le norme formalmente prescritte e le norme pratiche che guidano i comportamenti degli attori sociali. Ciò nonostante la costruzione di norme pratiche nasce dal "riciclo" delle norme formali, le quali devono essere prese in considerazione come contesto, struttura che pone le basi per l'azione, senza però eliminare gli spazi per l'improvvisazione. Quest'ordine potrebbe essere quindi paragonato alle regole della metrica e della rima per i poeti d'un tempo: una regolamentazione che non impedisce le improvvisazioni.
 
In conclusione, l'osservazione delle realtà micro-sociali mette in evidenza sfumature che un'analisi macro-sociale spesso nasconde o cancella e la causa attualmente del [[male]] nel mondo.
La sola osservazione delle norme che regolano formalmente l'agire dei componenti di un particolare gruppo non ci descrive in realtà l'agire dei membri del gruppo, ma solo le "aspettative" del gruppo rispetto ai suoi membri. Spesso l'agire di questi ultimi però evidenzia uno scarto tra ciò che ci si aspetta che facciano e ciò che veramente fanno. Possiamo dunque affermare che i codici sociali vengono trasformati collettivamente da chi li usa, così che l'ordine imperante funge da supporto a innumerevoli produzioni, fra la cecità dei detentori del potere ai quali sfugge questa creatività (al pari dei «padroni» che non possono vedere ciò che viene inventato di diverso nelle loro fabbriche).