Vecchi credenti: differenze tra le versioni

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Il segno della croce a due dita, elemento caratterizzante dei seguaci del Vecchio Credo, era stato sostituito dalla Riforma con quello a tre. Si riteneva infatti che solo questo fosse aderente ai testi liturgici "ortodossi" (e cioè greci) i cui teologi riconducevano tale simbologia alla Trinità. Prima del 1666 tale differenza era molto esecrata dalle altre Chiese ortodosse, come comprova il rogo dei testi moscoviti da parte dei monaci del Monte Athos posto in essere proprio a cagione di tale difformità. In realtà i fedeli del Vecchi Rito non ritenevano affatto di compiere il gesto della croce con due dita ma con cinque, ed erano proprio le tre dita, ripiegate e congiunte alla loro estremità, a simboleggiare la trinità. Le due dita tese rappresentavano invece la divinità e l'umanità di Cristo. Tale simbologia si rifaceva alle opere di [[Melezio di Antiochia]], [[Pietro Damasceno]] e [[Massimo il Greco]].
 
I Vecchi Credenti ritenevano invece che l'atto di segnarsi con tre dita tese non simboleggiasse la trinità divina, ma quella demoniaca del serpente, della bestia e del falso profeta (così come descritti nell'[[Apocalisse di Giovanni]]), arrivando talvolta a individuare i richiamati simboli rispettivamente nel diavolo, nel patriarca e nello zar. Nel denunciare il Segno della Croce a tre dita i Vecchi Credenti si rifacevano inoltre alla condanna inflitta post-mortem da [[Papa Stefano VI]] a [[Papa Formoso]], ritenuto dagli scismatici il primo a introdurre tale gesto nella cristianità, durante il famoso [[sinodo del cadavere]].
 
=== Le prosophore ===