Gilberto Govi: differenze tra le versioni

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Dopo l'invito esplicito dell'Accademia filodrammatica a non recitare più in dialetto, nel [[1916]] decise di continuare per la sua strada (venne poi riammesso come socio onorario una quindicina di anni dopo, nel [[1931]]). Fondò così una nuova compagnia, la ''Compagnia dialettale genovese'', esibendosi nei maggiori teatri cittadini sempre con grande successo.
 
Nel [[1923]] rappresentò al Teatro Filodrammatici di [[Milano]] la commedia ''[[I manezzi pe majâ na figgia]]'' (Gli artifici per maritare una figlia,) di [[Niccolò Bacigalupo)]]: fu l'inizio del successo, a livello nazionale e successivamente internazionale.
 
[[File:Gilberto Govi cerco alloggio.jpg|left|thumb|Gilberto Govi nella commedia teatrale ''Cerco alloggio'' ([[1938]])]]
 
A questo punto decise con grande coraggio di lasciare il posto fisso, sicuro, di disegnatore alle Officine Elettriche Genovesi per dedicarsi solo al teatro. Gli inizi non furono semplici, soprattutto per la scelta del repertorio da rappresentare, ma in breve tempo sopperì a questa necessità uno stuolo di autori pronti a mettersi a disposizione di un astro nascente teatrale, come Niccolòil già citato Bacigalupo, [[Emanuele Canesi]], [[Carlo Bocca]], [[Luigi Orengo]], [[Aldo Aquarone]], [[Emerico Valentinetti]], [[Enzo La Rosa]], [[Sabatino Lopez]], e tanti altri.
 
Tutti i testi che venivano scritti erano poi rielaborati dallo stesso Govi, tanto che gli autori lo contattavano con largo anticipo per concordare eventuali modifiche ai copioni in funzione delle sue preferenze. Redatti in italiano, i testi venivano poi tradotti dall'attore rigorosamente in dialetto genovese.