Pietro Augusto Cassina: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
aggiunto alcuni quadri di CAssina,
eliminate alcune parte aneddottiche in modo da rendere piu neutra la voce.
Riga 26:
All’età di 8 anni si perde in un bosco nei pressi di Castagnole Lanze, luogo di villeggiatura, e viene ritrovato il giorno successivo in stato confusionale con un forte strabismo causato da evento traumatico/spavento: questo difetto visivo influenzerà in modo significativo le sue creazioni artistiche.
 
All'età di 13 anni a seguito di una fuga da casa viene recuperato dai gendarmi al confine con la francia e rinchiuso nel riformatorio '''Riformatorio Istituto Pedagogico Forense per la redenzione dei minori traviati''' di Milano, dove rimane per 4 anni e tre mesi.
 
Il 12 luglio 1932 viene ricoverato per la prima volta all’[[Ospedale psichiatrico di Collegno]] dove rimane sino al 23 novembre 1933. La causa del ricovero pare essere un’incomprensione avvenuta nei giardini presso la sua abitazione, dove il fatto di aver fatto salire sulla canna della sua bicicletta una ragazzina, che insisteva, ammagliata dalla bravura nel disegno del suo "grande amico artista", fu scambiato per un tentativo di rapimento/pedofilia: vennero fatti intervenire i gendarmi e venne ordinato il ricovero presso il manicomio di Collegno.
Riga 32:
Il 4 Novembre del 1936<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|titolo=Registro generale dei ricoverati ospedale psichiatrico di Collegno|rivista=|volume=OPT 867 dal N. 57201 al N. 58000
Segnatura originaria sulla coperta e sul dorso L.
registro, 10 ottobre 1936 -24 maggio 1937|numero=}}</ref> a seguito di un diverbio con un gruppo di avanguardisti fascisti (il Cassina era intervenuto per difendere da molestie alcune ragazze e aveva preso a schiaffoni uno dei ragazzi), viene arrestato la sera stessa dopo un breve interrogatorio e tentativo di fuga da sette agenti di polizia e condotto nuovamente nel manicomio di Collegno; vi (resterà rinchiuso in manicomio ingiustamente sinoper nove alanni 2a giugnofronte 1945); condi una diagnosi che lo definisce " manierato", fatuo e indifferente all'ambiente.
 
Durante la sua permanenza Il Cassina fece affidamento sulla sua forza interiore e riuscì a superare la sofferenza della forzata degenza con l’aiuto della pittura, grazie alla complicità di una religiosa di nome Rosantida che gli procurava la carta da disegno e e i colori: la sua produzione artistica non si spegne, purtroppo non ne resta traccia. della sua attività artistica di questo periodo, ciononostante l’archivioL’archivio dell’ospedale conserva 4 opere fatte però in ètà matura (1990) allnell'internoambito di un progetto fatto con la cooperativa il Margine che aveva lo scopo di valorizzare le valenze artistiche di ex-ricoverati ( [[Art Brut]]).
 
Ai primi del maggio 1945, poco dopo la liberazione di Torino, viene liberato in modo rocambolesco dai partigiani sotto la guida del suo amico Vittorio Bottino<ref>{{Cita web|url=http://intranet.istoreto.it/partigianato/dettaglio.asp?id=15019|titolo=}}</ref>, pare che il Vittorio Bottino fosse riuscito a far deviare una colonna di carri armati americani al fine di far abbattere una porzione del muro perimetrale del manicomio! Negli archivi dell'ospedale psichiatrico di Collegno risulta essere stato dimesso il 2 giugno 1945.
 
Rientrato nella vita civile, va ad abitare inizialmente nella grande casa che il padre aveva fatto costruire all’ex-Abbadia di Stura. In seguito si trasferirà definitivamente e a vivere da solo in una mansarda di unaun'umile casetta ad un piano sita in via Cogne 33.
 
Alcuni delle sue opere sono state esposte durante una recente mostra «L’arte, uno spiraglio...» allestita nel luglio 2017 presso la stessa Certosa di Collegno, già nel 1991 la Certosa aveva ospitato una mostra dedicata interamente alle sue opere.
Riga 46:
Era figura molto buona e un po’ bizzarra: da una testimonianza di una sua modella emerge che aveva la passione per i travestimenti e pare che una volta si travestì da frate e durante il girovagare per le vie di Torino alla richiesta di una benedizione da parte di un passante non si tirò indietro e la cosa rese entrambi molto felici!
 
A parte alcune opere ad acquerello prodotte in età giovanile l'intera opera di Cassina si basa su pittura ad olio su supporto rigido (masonite) in grado di sopportare le sue pennellate energiche e le sue ditate.
Un antiquario che lo ha conosciuto in vita dice che aveva un piccolo difetto ad un occhio ragion per cui in molti dei suoi ritratti introduceva ad arte un difetto nella riproduzione dell’occhio del modello.
 
E' possibile vedere il Cassina all'opera con la sua pennellata energica e compulsiva in un filmato realizzato nel 1990 dal titolo "L'Ultimo Straordinario Pietro"; tale video ' stato pubblicato su Youtube nel 2017.
Per diversi anni il suo studio ha avuto sede in una mansarda di una casetta ad un piano sita in via Cogne 33.
 
A parte alcune opere ad acquerello prodotte in età giovanile l'intera opera di Cassina si basa su pittura ad olio su supporto rigido (masonite) in grado di sopportare le sue pennellate energiche e le sue ditate.
 
Per sua scelta il Cassina non è mai entrato a far parte del mercato degli artisti dell'epoca, in quanto si è sempre rifiutato di vendere le sue opere ai mercanti d'arte, per la stessa ragione pochissime sono le mostre in cui ha esposto i suoi quadri. Il suo concetto etico dell'arte faceva si che lui donasse le sue opere ai suoi amici, alle sue modelle e a un suo amico sacerdote a fini benefici o le vendesse a prezzi irrisori, sempre e comunque solo a persone con cui entrava in sintonia, per ricavare il minimo indispensabile per condurre una vita umile e sobria da spirito artistico libero cosi come lui si considerava.
 
Nel 1989 Il Cassina rifiuta l'invito (spesato) da parte della “Galerie Salammbo” per una mostra personale a Parigi presso il [[Museo Picasso (Parigi)|Musèè Picasso]]. L’invito avvenne da parte del Delegato Artistico Patrice Leleu, che aveva individuato Pietro su segnalazione di diversi artisti di fama, la richiesta inoltre prevedeva di diventare artista permanentemente esposto a fianco di [[Buffet]], [[Salvador Dalí|Dalì]], [[Samanos]], Roth, Toffoli, [[Pablo Picasso|Picasso]] ed altri grandi. La motivazione del rifiuto da parte del Cassina ne conferma il carattere fuori dagli schemi: “non mi interessa!”<ref>Fabrizio Prina conserva documentazione originale da cui si evince questa opportunità non colta. </ref>
 
Pietro Cassina, aveva anche un talento di scrittore: ha prodotto diversi testi poetico-teatrale-epici. Nel ‘66 il suo discepolo Fabrizio Prina ha messo in scena curando allestimento e regia l’opera “I malcreati”<ref>La copia manoscritta originale dell'opera appartiene ad una collezione privata</ref> dove recitarono attori e attrici alcune delle quali diventate poi famose. Tra i suoi sostenitori vi erano: [[Margherita Fumero]][[Didi Perego|, Didi Perego]], [[Enrico Rava]], [[I Gatti di Vicolo dei Miracoli]], Gianluigi [[Gianluigi Marianini|Marianini]], [[Raf Vallone]], etc.
 
Il Cassina si spegne il 2 Aprile 1999 a seguito di complicanze di un diabete mai diagnosticato e tantopertanto menomai curato.
 
Le spoglie del Cassina riposano presso il Cimitero monumentale di Torino, dove lo stesso Comune di Torino avendo riconosciuto il Maestro Cassina "personaggio illustre nel campo della pittura" gli ha riservato un loculo in concessione sino al 3014.