Pietro Koch: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Robot: Removing selflinks |
|||
Riga 30:
Si mise subito in evidenza con la cattura, presso un albergo cittadino, del colonnello Marino, già aiutante del [[generale di corpo d'armata]] [[Mario Caracciolo di Feroleto]], l'ex comandante della [[5ª Armata (Regio Esercito)|5ª Armata]] che aveva tentato la difesa di Firenze. Attraverso questa azione fu notato da [[Benito Mussolini|Mussolini]]. Mario Caracciolo di Feroleto, uno dei pochi generali che si erano opposti ai tedeschi, si era rifugiato a Roma presso il [[Basilica di San Sebastiano fuori le mura|convento vaticano di San Sebastiano]], sotto tutela di [[Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo]].
Il [[capitano]] delle [[SS]] di [[via Tasso]], Kurt Schutze, del gruppo di [[Herbert Kappler]], autorizzò Koch a violare il territorio [[Vaticano]], così la sua banda, attraverso uno stratagemma e l'appoggio esterno delle SS, riuscì ad arrestare il generale. Le SS, dopo averlo schedato lo lasciarono a Koch che lo trasferì a Firenze presso la sede della cosiddetta [[Banda Carità]]. Il risultato di questa azione gli permise di avere le autorizzazioni dal capo della Polizia della [[Repubblica Sociale Italiana|RSI]] di Salò, [[Tullio Tamburini]], per costituirsi un suo reparto speciale. Con l'arresto del [[generale di corpo d'armata]] [[Mario Caracciolo di Feroleto]], fu rinvenuto anche il memoriale Caracciolo, documento interessantissimo scritto dal generale durante la reclusione, che contiene informazioni inequivocabili, in particolare riguardo a come la cieca ostinazione del duce abbia condotto l'Italia nel baratro. Fu grazie al tenente dei [[Granatieri di Sardegna]],
== La cosiddetta "''Banda Koch''" ==
|