Parco nazionale del Gran Paradiso: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Recupero di 3 fonte/i e segnalazione di 1 link interrotto/i. #IABot (v1.6.5)
Riga 23:
 
== Storia ==
La storia del [[Gran Paradiso|Parco nazionale del Gran Paradiso]] è strettamente inttrecciata con
La storia del [[Gran Paradiso|Parco nazionale del Gran Paradiso]] è strettamente intrecciata con la salvaguardia del suo animale simbolo: lo stambecco (''[[Capra ibex]]''). Questo ungulato, un tempo largamente diffuso a quote elevate, oltre il limite del bosco, su tutto l'[[alpi|arco alpino]] è stato oggetto di caccia indiscriminata per secoli. I motivi per cui lo stambecco era una preda così ambita dai cacciatori erano i più disparati: la succulenza delle sue carni, alcune parti del suo corpo erano considerate medicinali, l'imponenza delle sue corna ricercate come trofeo e persino il potere afrodisiaco attribuito ad un suo ossicino (la [[Crux cordis|croce del cuore]]) spesso utilizzato come talismano. All'inizio del [[XIX secolo]] si riteneva che questo animale fosse ormai estinto in tutta [[Europa]] finché l'ispettore forestale valdostano Delapierre<ref>Delapierre presenta anche la variante tedesca Zumstein, secondo la parlata locale [[Lingua walser|Titsch]] dell'[[isola linguistica]] di [[Gressoney-Saint-Jean]].</ref> scoprì che negli impervi e scoscesi valloni che discendono dal [[massiccio del Gran Paradiso]] ne sopravviveva una colonia di circa cento esemplari.
 
La storia del [[Gran Paradiso|Parco nazionale del Gran Paradiso]] è strettamente intrecciata con la salvaguardia del suo animale simbolo: lo stambecco (''[[Capra ibex]]''). Questo ungulato, un tempo largamente diffuso a quote elevate, oltre il limite del bosco, su tutto l'[[alpi|arco alpino]] è stato oggetto di caccia indiscriminata per secoli. I motivi per cui lo stambecco era una preda così ambita dai cacciatori erano i più disparati: la succulenza delle sue carni, alcune parti del suo corpo erano considerate medicinali, l'imponenza delle sue corna ricercate come trofeo e persino il potere afrodisiaco attribuito ad un suo ossicino (la [[Crux cordis|croce del cuore]]) spesso utilizzato come talismano. All'inizio del [[XIX secolo]] si riteneva che questo animale fosse ormai estinto in tutta [[Europa]] finché l'ispettore forestale valdostano Delapierre<ref>Delapierre presenta anche la variante tedesca Zumstein, secondo la parlata locale [[Lingua walser|Titsch]] dell'[[isola linguistica]] di [[Gressoney-Saint-Jean]].</ref> scoprì che negli impervi e scoscesi valloni che discendono dal [[massiccio del Gran Paradiso]] ne sopravviveva una colonia di circa cento esemplari.
 
Il 21 settembre [[1821]] il [[re di Sardegna]] [[Carlo Felice]] emanava le [[Regie Patenti]] con le quali ordinava:«''Rimane fin d'ora proibita in qualsivoglia parte de' regni domini la caccia degli stambecchi''». Questo decreto, che salvò lo stambecco dall'estinzione, non fu ispirato da valori di protezionismo ambientale, non contemplati nella mentalità dell'epoca, ma da mere speculazioni venatorie. La rarità di questi esemplari ne rendeva la caccia un lusso che il sovrano concedeva solo a sé stesso.