Visione di Ezechiele: differenze tra le versioni

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==Descrizione e stile==
Nel [[Libro di Ezechiele]] è narrata la visione del [[tetramorfo]] da cui derivano i simboli dei quattro [[Evangelisti]]. Raffaello, accennando appena un riferimento a [[Ezechiele]] nella figuretta in basso investita da un raggio di luce, rappresentò la sfolgorante apparizione nel cielo di Dio contornato da due putti che gli reggono le braccia distese e poi l'angelo di san Matteo, il [[leone di san Marco]], il bue (alato) di san Luca, e l'aquila di san Giovanni. Pare che la scena sia ispirata, nella composizione, da un rilievo su un sarcofago romano con il ''Giudizio di Paride'' a [[villa Medici]], in cui una divinità levita seduta sopra un altro soggetto, in quel caso uno scudo<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.engramma.it/engramma_v4/warburg/fittizia1/32/032_img/001.jpg ''Giudizio di Paride''] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>. Stupiscono soprattutto i bagliori luminosi che invadono la tavola, in cui si riconoscono, della stessa materia delle nubi, una moltitudine di cherubini.
 
Originalissima è l'impostazione che travalica le consuete leggi di [[prospettiva]], impostando piuttosto un paesaggio a volo d'uccello, fatto di una riva marina o lacustre, con un albero lontano che offre un metro di misurazione spaziale. Questa sottile lingua è popolata da due figurette, una illuminata in controluce in una radura, e una che incede verso di lui, forse con aureola, che sono state identificate forse come Ezechiele e come [[san Giovanni Evangelista]] che ricevette una visione a [[Patmos]].