Nabucco: differenze tra le versioni

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=== Parte III – ''La profezia'' ===
Abigaille, seduta sul trono accanto alla statua d'oro di Belo, nei giardini pensili di Babilonia, riceve l'omaggio dei suoi sudditi. Quando il Gran Sacerdote di Belo le consegna la sentenza di condanna a morte degli ebrei, la regina si finge ipocritamente incerta sul da farsi. All'arrivo del re spodestato – in camicia da notte e con lo sguardo smarrito&nbsp;– l'usurpatrice cambia atteggiamento e gli si rivolge con ironica arroganza, dando ordine di ricondurlo nelle sue stanze. Quindi lo avverte di essere divenuta la custode del suo seggio e lo invita perentoriamente a porre il regale suggello sulla sentenza di morte degli ebrei. Il vecchio re la accontenta, ma subito si avvede del nome di sua figlia Fenena nell'elenco dei condannati; Abigaille, implacabile, afferma che nessuno potrà salvarla in quanto traditrice, e rivendica di essere anch'essa sua figlia. Ma il re la sconfessa: ella è solo una schiava. Quasi non aspettando altro, la donna allora trae dal seno la pergamena che attesta la sua origine e la fa a pezzi. Il re, ormai tradito e detronizzato, nell'udire il suono delle trombe che annunciano l'imminente supplizio degli ebrei, chiama le sue guardie, ma esse giungono per arrestarlo, obbedendo agli ordini della nuova regina. Confuso e impotente, Nabucco chiede invano ad Abigaille un gesto di perdono e di pietà per la povera Fenena.<br />
Sulle sponde dell'Eufrate gli ebrei, sconfitti e prigionieri, ricordano con nostalgia e dolore la cara patria perduta (coro: ''Va', pensiero, sull'ali dorate''). Il Pontefice Zaccaria li incita a non piangere come femmine imbelli e profetizza una dura punizione per il loro nemico: il Leone di Giuda sconfiggerà gli assiri e distruggerà Babilonia.